5 Gennaio 2023

Carburanti da urlo: 2 euro al litro. Confesercenti: “Danni non solo per gli automobilisti ma anche per i gestori”

L'Ufficio studi dell'associazione ha calcolato che, in media, i rincari incideranno su base annua per 300 euro a famiglia rispetto a marzo 2022 e che ogni pieno costerà 15 euro in più rispetto a 10 mesi fa


“Il mancato rinnovo del taglio delle accise a fine anno ha portato ad una serie di reazioni negative a catena. Vittime alla stessa maniera gli automobilisti, con il costo del carburante che torna ad impennarsi, ma vittime anche i gestori degli impianti i cui guadagni sono fissi a prescindere dagli aumenti e legati solo ai litri erogati che dal primo gennaio sono crollati”. E’ Confesercenti Prato, con il suo presidente del sindacato benzinai Nicola Piacquadio e con la coordinatrice sindacale Lucia Nocentini, a lanciare l’allarme sulle pesanti conseguenze che il ritorno delle accise stanno già causando a famiglie ed imprenditori.

Due euro al litro: è questo il livello che, anche in provincia di Prato, si rischia di sfiorare per benzina e gasolio in questi primi giorni dell’anno – spiegano Piacquadio e Nocentini-. La decisione del governo di reintrodurre la quota piena delle accise determina, infatti, un aumento di 30 centesimi su un litro di carburante rispetto allo scorso marzo (quando ci fu il primo taglio delle accise) e di 18 centesimi rispetto a dicembre, gravati inoltre da iva. Secondo le stime del nostro Ufficio Studi, in media i rincari incideranno, su base annua, per 300 euro a famiglia rispetto a marzo 2022; e ogni pieno costerà 15 euro in più rispetto a 10 mesi fa. C’è poi da considerare l’effetto traino che gli aumenti provocheranno sul costo di tutti i beni di consumo e sull’inflazione, che è già a livelli preoccupanti.

Piacquadio e Nocentini difendono poi la categoria dei gestori, troppo spesso considerata la controparte da parte degli automobilisti. “Questa situazione ci danneggia pesantemente e quindi siamo dalla stessa parte della barricata con i consumatori. Vogliamo infatti ribadire che i gestori non determinano il prezzo e che a loro, a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro. Insomma, con gli aumenti ci perdono tutti: i consumatori e le imprese, ma anche i benzinai perché più cresce il prezzo meno prodotto si vende. Già in questo inizio d’anno la riduzione dell’erogato si avvicina al 5%. Ci aspettiamo – concludono Piacquadio e Nocentini – un’urgente convocazione del nostro sindacato la Faib da parte del Governo, come promesso dal ministro Fratin: in ballo c’è il futuro della mobilità del Paese, della logistica e delle persone, oltre quello di 250 mila addetti nelle stazioni di servizio, nella raffinazione e nell’indotto di settore”.