«Un modello di servizio da coltivare e imitare, personalmente e come comunità cristiana». Così il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ricorda il papa emerito Benedetto XVI, morto questa mattina a Roma all’età di 95 anni. «È stato un uomo dotato di una grandissima umanità e stile, ha lasciato l’esempio di come si serve la Chiesa. La scelta inattesa delle sue dimissioni dimostrarono la tempra e il valore di un uomo che si è messo da parte mettendo al primo posto il bene della Chiesa. È stato un fine intellettuale e un grandissimo teologo, ha partecipato al Concilio e ci ha insegnato a metterlo in pratica, prima da vescovo, poi da cardinale prefetto per la Dottrina della fede e infine da Papa. Mi sento anche di dire – afferma mons. Nerbini – che in questi ultimi anni qualcuno ha cercato di strumentalizzare la sua figura anteponendola a quella di papa Francesco, ma lui si è sempre sottratto con fine eleganza».
Traccia un ricordo di Benedetto XVI anche il vescovo emerito di Prato Franco Agostinelli, che ha avuto modo di incontrarlo nel corso della visita ad limina compiuta dai vescovi toscani. «Per me e per la Chiesa universale papa Benedetto era un riferimento culturale e teologico, ci sentivamo sicuri con lui, le sue parole erano sagge e indicavano la strada da percorrere. Per questo quando rassegnò le dimissioni ci fu un senso di smarrimento – ricorda mons. Agostinelli – ma poi capimmo la portata di quel gesto di grande umiltà. Ho stimato papa Benedetto per la sua semplicità, quando lo incontrai con i vescovi toscani fu molto attento alle nostre osservazioni. Lo ricordo come una persona cortese dotata di grande umanità».
Con un comunicato interno alla diocesi, il vicario generale mons. Daniele Scaccini ha inviato un messaggio ai sacerdoti chiedendo di ricordare il papa emerito nelle celebrazioni di oggi, sabato 31 dicembre. Questa mattina, appresa la notizia della morte di Benedetto XVI, molte chiese pratesi hanno suonato le campane in segno di lutto.