19 Dicembre 2022

Maxi-frode dei camici Covid, il processo sulle forniture si sposta a Roma

A Prato resta solo il filone sullo sfruttamento lavorativo all'interno delle confezioni cinesi cui fu subappaltata parte della commessa da 43 milioni di euro


Si celebrerà a Roma il processo sul filone principale dell’inchiesta relativa alla maxi-frode da 43 milioni di euro nelle forniture di camici e tute per l’emergenza Covid, che vede imputati i fratelli Massimiliano e Samuele Piccolo – a capo del consorzio Gap di Roma – assieme a Gianluca Forieri, responsabile dell’area legale dello stesso consorzio e 4 titolari di confezioni cinesi di Prato, a cui erano stati affidati i lavori, in violazione del divieto di subappalto. Il giudice del tribunale di Prato ha recepito l’orientamento della Cassazione, che si era espressa, quale giudice cautelare del Riesame sulla questione di incompetenza territoriale presentata dai legali di Forieri e dei Piccolo, gli avvocati Domenico Mariani, Marco Rocchi, Fabio Ghiglione, Giuseppe Valentini e Antonio Paparo.
La Corte di Cassazione e il giudice del Tribunale di Prato hanno stabilito che la frode nella pubblica fornitura si sarebbe consumata sotto la giurisdizione di Roma, essendo giunta conferma documentale di una richiesta di sdoganare alcune quote di produzione dei camici in Albania. Non saranno dunque processati a Prato i fratelli Piccolo e Forieri, per i quali saranno affrontate a Roma anche le questioni sulle misure cautelari – obblighi di firma – ancora vigenti.
Il processo presso il Tribunale di Prato, con giudizio immediato, si è dunque aperto nei confronti di 4 imprenditori cinesi (assistiti dagli avvocati Tommaso Magni, Elisa Sforzi e Giuseppe Bonfante) che hanno preso in carico la subfornitura di camici dal consorzio Gap. Ai confezionisti vengono contestati l’impiego di manodopera clandestina e lo sfruttamento lavorativo. L’inchiesta partì proprio dalla denuncia di un operaio senegalese che si era rivolto ai sindacati e che si è costituito parte civile nel processo, assistito dall’avvocato Vittorio Simoncelli. Nella prossima udienza – dopo il rigetto della richiesta di inutilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche e l’incarico per la traduzione delle stesse – si entrerà nel vivo con l’esame dei primi testimoni dell’accusa.