Si è ridotta a 16 ore la media di permanenza al pronto soccorso di Prato, da quando la scorsa estate la Asl Toscana Centro ha rivisto l’intera organizzazione della presa in carico dei pazienti all’interno dell’ospedale Santo Stefano, affiancando ai 16 posti letto esistenti in Osservazione breve intensiva, un’altra zona “cuscinetto”, denominata Ama (Area Medica di accettazione) e provvista di 36 posti letto al primo piano per valutare l’opportunità del ricovero nei reparti. Questa soluzione ha comportato la revisione delle modalità di lavoro dei medici, con gli specialisti dei reparti che hanno anticipato il loro intervento in Ama, andando in aiuto ai medici del pronto soccorso, questi ultimi in costante difficoltà vista la carenza di personale e l’alto numero degli accessi, circa 180 al giorno.
Mancano i medici dell’emergenza-urgenza
Oggi i medici dell’emergenza urgenza in servizio a Prato sono 29; uno si è licenziato di recente e un altro ha già presentato le dimissioni con i 3 mesi di preavviso. “Ne mancherebbero 8 o 9 rispetto alla pianta organica, ma purtroppo tanti ospedali stanno scontando questo problema; oltre al tema delle sostituzioni per i pensionamenti, ci sono medici dell’emergenza urgenza che scelgono il comparto privato ed altri che addirittura abbandonano la sanità” spiega la direttrice dell’ospedale di Prato Sara Melani.
“Per ovviare alla carenza, che si fa sentire in tutta Italia, sono state introdotte molte più borse di specializzazione a livello nazionale ed anche a Firenze e in Toscana – aggiunge il direttore della Asl Toscana centro Paolo Morello Marchese – ma occorre il tempo necessario dei 4 anni di formazione. E’ vero che i concorsi permettono anche agli specializzandi degli ultimi due anni di poter partecipare, però per entrare a pieno titolo e a tempo indeterminato è necessario che si specializzino. Per cui questa collaborazione strettissima che si è realizzata a Prato e si sta ormai strutturando anche in altri ospedali tra i colleghi del pronto soccorso e tutti i reparti è preziosa e sta dando i suoi frutti”.
L’Ama da una mano al pronto soccorso
Dal 1 giugno al 31 ottobre scorso sono stati 3.998 i pazienti che hanno fatto accesso in AMA, pari al 15% dei 26.841 accessi registrati nello stesso periodo dal pronto soccorso adulti. Tra coloro che sono passati in Ama, la percentuale di ricoverati è del 18%, leggermente inferiore rispetto al 21% di degenze fra coloro che sono transitati soltanto dal pronto soccorso. In media in Ama si trascorrono circa 48 ore, prima di essere ricoverati in altri reparti, trasferiti a Villa Fiorita (1 o 2 pazienti al giorno) o dimessi. Ma soprattutto si è seguiti in stanze da due letti, dotate di bagno e non in una lettiga nell’ “open space” del pronto soccorso.
Altro aspetto che ha inciso positivamente sulla riduzione dell’attesa di un posto letto, in un ospedale nato piccolo che aspetta la costruzione della palazzina da 100 posti per cui di recente è stata bandita la gara, è la “spinta” sulle dimissioni sette giorni su sette. “E’ un passaggio storico e rivoluzionario in una struttura estremamente complessa come quella di un ospedale che per funzionare ha bisogno di regole e nella quale si tende a standardizzare. Qui lo standard e l’asticella si è alzata e i risultati sono positivi” ha detto Morello Marchese.
Le dichiarazioni
“Nel momento in cui si è verificata una situazione di criticità dei Pronto Soccorso, segnalata anche dalla stampa e dai cittadini, mi sono reso conto che dovevamo trovare un metodo su cui lavorare e questo metodo è stato sperimentato a Prato, dove la medicina specialistica ha avuto la capacità di assorbire gli afflussi e le problematiche dei pronto soccorso – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, recatosi in visita all’ospedale e al reparto Ama -. E’ stato un grande lavoro, svolto molto bene dalla direzione dell’Asl. Si è creato un circuito virtuoso di collaborazione ed un modello, partito a Prato, che ha permesso di attenuare le attese e migliorare le situazioni di difficoltà che si verificano anche negli altri pronto soccorso della Toscana. Ho voluto verificare come il “modello Prato” ha funzionato e continua a funzionare attraverso un dialogo all’interno dell’ospedale tra la struttura di emergenza e quella di cura nei reparti specialistici, in particolare della medicina ma anche di altri reparti. Più accessi del Pronto Soccorso vengono assorbiti e più cresce la disponibilità a far fronte alle esigenze costanti”.
“I risultati raggiunti nel periodo trascorso sono molto positivi, stiamo comunque monitorando l’andamento dell’afflusso in pronto soccorso in considerazione del periodo autunno-inverno e abbiamo già apportato ulteriori azioni riorganizzative negli ultimi giorni che potranno essere se necessario ulteriormente implementate insieme ad una integrazione di personale medico, di cui abbiamo già avuto l’avallo da parte della Regione. Ringrazio tutto il personale ed i direttori per l’importante lavoro svolto.” afferma Sara Melani, direttrice dell’ospedale.
“Come Direttore del Dipartimento delle Specialistiche Mediche dell’Azienda – dichiara Giancarlo Landini, sono molto soddisfatto del lavoro svolto dall’Area Medica dell’ Ospedale Santo Stefano. Tutte le specialità si sono impegnate per ottimizzare l’attività ed aiutare il pronto soccorso che si trova in cronica carenza di personale medico. Si è ridotto di 2 giorni la degenza media da 9 a 7 giorni facendo un lavoro multidisciplinare ed interprofessionale con il personale infermieristico e l’agenzia ACOT del territorio. Inoltre le dimissioni sono state distribuite 7 giorni su 7 (quindi compreso i festivi) e questo ha aiutato molto a ridurre il sovraffollamento del DEA. E’ stata istituita l’ Area Medica di Ammissione (seguendo le indicazioni regionali) di 36 posti letto gestita dalla Medicina Interna. Questa presa in carico precoce del paziente internistico permette di ridurre tutti i giorni il boarding del DEA. Dall’AMA i pazienti non vengono tutti ricoverati ma almeno il 20% è dimesso riducendo cosi la necessità di posti letto in reparto. Non posso altro che ringraziare tutti i Direttori e Dirigenti Medici dell’Area che hanno risposto alla emergenza con abnegazione ed efficienza come già avevano fatto durante le ondate Covid ”
“E’ in atto una lavoro molto costruttivo – aggiunge Pasquale Palumbo – tra l’Area neurologico-geriatrica che rappresento, la direzione sanitaria di presidio e il pronto soccorso per ottimizzare la gestione dei pazienti che afferiscono all’ospedale attraverso persorsi dedicati e l’utilizzo dei day service e di una presa in carico precoce.”
Alla presentazione dei risultati raggiunti dal nuovo modello organizzativo erano presenti anche il presidente della Provincia Francesco Puggelli e il sindaco di Prato Matteo Biffoni, il quale ha espresso soddisfazione: “Ci si è presi carico di un problema, che tanti cittadini segnalavano e c’è stato un esito brillante. Spero che questo modello introdotto a Prato continui a funzionare e possa essere messo a disposizione di altre realtà”.
“In questo momento – dichiara la consigliera regionale Ilaria Bugetti – abbiamo un grande obiettivo: lavorare sul potenziamento del personale, in particolare quello del pronto soccorso, per far sì che il nostro ospedale sia in grado di rispondere sempre meglio alle esigenze dei cittadini e per dare respiro a tutti quei professionisti che prestano la loro preziosa attività per far fronte alle emergenze. A tutti loro, medici, operatori sanitari e personale di ogni genere, va il mio ringraziamento per il loro instancabile impegno».