8 Novembre 2022

Pratofutura, il presidente Ranaldo chiama a raccolta imprenditori tessili, professionisti e categorie economiche: “Aggregazione scelta obbligata”

Ieri sera nella sede dell'associazione, in via Santa Chiara, il primo dibattito del nuovo programma di incontri, alla presenza dei soci. Al centro del focus il modello Conad con la relazione di Tommaso Signorini, socio pratese di Conad, che ha raccontato la storia e illustrato il sistema organizzativo del marchio principe della grande distribuzione italiana: un esempio virtuoso da cui trarre spunti preziosi


Il modello Conad (Consorzio Nazionale Dettaglianti) come paradigma da riproporre, in tutto o in parte, all’interno del distretto tessile pratese per superare il frazionamento che caratterizza il sistema produttivo locale e percorrere la strada verso una possibile aggregazione. Di questo si è discusso, ieri sera, a Pratofutura, l’associazione di via Santa Chiara che riunisce al suo interno circa 60 soci tra imprenditori e professionisti.

Ad aprire il dibattito, il nuovo presidente Marco Ranaldo, eletto lo scorso luglio, che ha voluto lanciare la sfida agli associati sulla base della storia di Conad, ripercorsa da Tommaso Signorini, socio di Prato di Conad, membro del Cda di Conad Nord Ovest e socio di Pratofutura. Presente anche la coordinatrice Daniela Toccafondi. “Serve un cambio di mentalità da parte dei nostri imprenditori e anche un atto di coraggio – afferma Ranaldo -. Salvo poche eccezioni, il sistema tessile pratese continua a scivolare verso il basso e non abbiamo di fronte a noi molte possibilità: o le imprese diventano grandi, o vengono acquisite, o si mettono insieme o muoiono. Credo che la strada del Consorzio sia inevitabile per rilanciare a livello internazionale il modello tessile di Prato ed evitare di disperdere energie e competenze”. 

 

Nel suo intervento, il presidente Ranaldo cita numeri e dati. “Negli ultimi 20 anni il fatturato del distretto, così come il numero di addetti, si è letteralmente dimezzato: il personale è passato da 42mila unità del 1991 a 19mila circa del 2017 – commenta Ranaldo -. I giovani sembrano non essere interessati a investire nel settore, il cambio generazionale appare un miraggio in molti casi, il sistema terzista è in calo e le imprese piccole rimangono piccole, spesso schiacciate da una eccessiva concorrenza interna. I dati dell’Osservatorio di Confindustria Toscana Nord, relativi al 2020, ci dicono che a Prato abbiamo 2.394 imprese a fronte, aggiungo io, di 5mila ditte a conduzione orientale. Anche la composizione del manifatturiero a Prato è cambiata radicalmente: si è passati dal 68% di industrie tessili nel 2001 al 36% nel 2017 mentre, in parallelo, è cresciuto a dismisura l’abbigliamento, passando dal 14% del 2001 al 46% del 2017, a fronte delle stesse percentuali relative alle altre attività, che sono rimaste pressoché invariate. Questo è il quadro in cui ci muoviamo e da cui partire – rimarca – per dare una svolta”.

Ecco quindi la suggestione avanzata da Ranaldo e l’intenzione di attingere a piene mani al modello di sviluppo Conad: un sistema nato nel 1962 grazie a un piccolo gruppo di dettaglianti, spinti dal desiderio di emanciparsi dal potere dei grossisti e dell’industria di marca, e diventato oggi (a distanza di 60 anni) il primo gruppo della grande distribuzione in Italia, con quasi 17 miliardi di fatturato e un patrimonio netto aggregato pari oltre 3 miliardi di euro. Conad Nord Ovest (che interessa anche il territorio pratese) fattura quasi 5 miliardi di euro e conta 381 soci: tra loro, anche la famiglia Signorini, proprietaria di 7 supermercati e con alle dipendenze circa 350 addetti. “Il nostro punto di forza è la capacità di muoverci da giganti nell’universo della GDO e da botteghe nel rapporto con la clientela e col territorio – spiega Signorini -. I nostri punti di forza sono la valorizzazione del socio, la partecipazione, la democraticità, la competitività, la continuità del sistema: grazie all’estrema flessibilità del nostro modello organizzativo, siamo in grado di muoverci da singoli nella visione strategica degli investimenti locali ma in costante rapporto con la struttura nazionale e in collaborazione con il management che ci guida”.

 

Ranaldo lancia infine un appello – altrettanto convinto – ai professionisti e alle associazioni di categoria: per seguire la strada dell’aggregazione del tessile serve la piena sinergia e il supporto da parte di commercialisti, avvocati, consulenti e rappresentanti di settore. “Il cambiamento deve partire anche da loro, che debbono supportare gli imprenditori in questa sfida – afferma il presidente Ranaldo -. L’imprenditore non può farsi carico di tutta questa partita, preso com’è dalle incombenze quotidiane: serve un ‘patto’ di fiducia anche con i professionisti e le categorie economiche affinché facilitino la messa in atto di questa operazione per certi versi rivoluzionaria”.

Pratofutura proseguirà il proprio lavoro di discussione e dibattito interno alla città con un programma di appuntamenti, a cadenza mensile, che andrà a toccare diversi aspetti e temi di interesse pubblico: dalla sicurezza alla sanità, dalla comunicazione alla formazione, dalla finanza alla situazione sociale attuale.

Guarda le interviste raccolte durante la serata.