Se non era un ultimatum poco ci manca. Il presidente del Prato Stefano Commini nei giorni scorsi è uscito allo scoperto, chiamando squadra e allenatore alle loro responsabilità, invitandoli ad un maggiore impegno. Per il patron biancazzurro è finito il momento dei passi falsi o dei mezzi passi falsi, risultati che non siano la vittoria non saranno contemplati. Sotto esame non c’è solo il tecnico Favarin, però, perché Commini ha precisato che metà della rosa non sta dando quanto dovrebbe e nel caso in cui le cose dovessero continuare ad andare male non sarà solo l’allenatore a pagare. Chi non si impegna al 100% dovrà abituarsi alla panchina, a costo di starci tutta la stagione.
Lo sfogo di Commini è un messaggio chiaro che ha anche l’intento di scuotere la squadra. Se sul piano del gioco in effetti poco si può rimproverare, mancano la cattiveria e la precisione in fase di finalizzazione e vengono pagate sempre carissime le disattenzioni difensive.
La vittoria ormai manca da sette giornate e certo i risultati che non arrivano non aiutano ad avere serenità. Ma quando Commini si riferisce ad un cambio di mentalità chiede probabilmente un approccio diverso alle gare. Troppe volte il Prato ha subito un gol nell’arco dei primi 20 minuti, troppe volte si è fatto raggiungere dopo essere stato in vantaggio. Domenica scorsa contro il Fanfulla è stata la prima volta in cui il Prato è riuscito a reagire ad una situazione di svantaggio iniziale portando a casa un punto. Domani a Budrio i biancazzurri sono attesi dal Mezzolara, che in classifica è proprio sopra al Prato con un punto in più. Tifosi e società ora si aspettano una reazione