24 Ottobre 2022

Medici di famiglia, -13% in 20 mesi: la Cisl chiede di potenziare la sanità territoriale

Il sindacato fa il punto sugli interventi in arrivo con fondi Pnrr: "Grande sfida, ma occorre personale adeguato e presa in carico della non autosufficienza"


Passare da una sanità prevalentemente concentrata sugli ospedali a una sanità efficace anche sul territorio, fatta assieme ai medici di medicina generale, con un servizio capillare nelle comunità, migliore accessibilità e capacità di presa in carico dei bisogni. E’ l’obiettivo che la Cisl Firenze-Prato indica, da un convegno svoltosi oggi al Museo del Tessuto di Prato, in vista dei grandi investimenti in arrivo e della riorganizzazione prevista dal Decreto ministeriale 77, pubblicato lo scorso giugno. “E’ una sfida impegnativa ma necessaria, come ha certificato la pandemia, e ora è realizzabile grazie alle risorse del PNRR” ha detto il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi.

Dal PNRR arriveranno infatti oltre 80 milioni di euro per realizzare nell’area di Firenze e Prato (che comprende un terzo della popolazione toscana) 22 Case di comunità (di cui 4 a Prato e provincia), 10 Ospedali di comunità (di cui 2 a Prato, fra i quali l’ex Creaf di via Galcianese) e altrettante Centrali operative di coordinamento, oltre ad un rafforzamento dell’assistenza domiciliare.

L’inizio del 2026 però, termine entro il quale le opere finanziate dal PNRR dovranno essere completate, è più vicino di quanto sembri: per questo occorre iniziare da subito un confronto tra le istituzioni e le comunità stesse, come ha cercato di fare la Cisl organizzando il convegno di stamani, a cui hanno partecipato tra gli altri l’assessora del comune di Prato Benedetta Squittieri, il direttore amministrativo della Asl Toscana centro Lorenzo Pescini e la direttrice della Società della salute di Prato Lorena Paganelli.

Il sindacato ha indicato quelle che ritiene le priorità del percorso: realizzazione delle strutture finanziate dal PNRR nei tempi previsti; impegno puntuale a garantire i servizi con personale e strumentazione tecnologica adeguata, come indicato dalla normativa nazionale; trasparenza e costante confronto con le parti sociali a partire dalla garanzia anche sulla gestione futura dei servizi, e non solo sulle risorse stanziate per le mura delle strutture. “Perché – ha spiegato Franchi – sulla continuità e il mantenimento di queste nuove strutture, che riguarda le risorse per il personale, l’effettiva assunzione di nuovi medici, infermieri e personale qualificato, il percorso è tutto da costruire”.

Un altro grande problema evidenziato nell’incontro è quello della carenza dei medici di medicina generale: nell’area Firenze-Prato già oggi sono diminuiti del 13% in soli 20 mesi: dai 1195 del 2021 ai 1037 dell’ultimo monitoraggio (-158 unità). A Prato e provincia in base all’ultimo censimento disponibile, ne restano soltanto 169. E questa è la tendenza anche per i prossimi anni, a cui occorre trovare con urgenza risposte efficaci.

C’è poi il grande tema della non autosufficienza e della presa in carico delle cronicità legate all’invecchiamento della popolazione: nell’area metropolitana Firenze-Prato il 25,5% delle persone hanno più di 65 anni. Se il nuovo decreto sulla sanità territoriale prevede l’attuazione di una assistenza domiciliare mediamente pari al 10% della popolazione over 65, su Prato la presa in carico progressiva dovrà attestarsi su oltre 4.300 assistiti e su Firenze oltre i 9500: “Numeri – rileva la Cisl – ben lontani dalle attuali capacità di risposta del sistema.”
“La nostra sanità – ha detto Franchi – soffre da anni una situazione di debolezza sul territorio. Ora abbiamo l’opportunità per un vero cambiamento e per costruire una rete di servizi in cui le strutture siano luoghi di cura e di presa in carico effettiva, efficace e funzionale. E’ un’occasione che non possiamo sprecare.”