Dopo l’intensa tre giorni della prima edizione del Festival – tre anteprime nazionali, due cinematografiche e una letteraria con il nuovissimo libro del giornalista e scrittore Ezio Mauro; 14 tra autrici e autori tra i più rappresentativi del panorama editoriale italiano presenti, oltre l’anteprima con Sonia Bergamasco – ritorna la programmazione del “Centro Pecci Books”. Alcuni appuntamenti, da qui alla fine dell’anno, inaugurati – giovedì 27 ottobre alle h.18.30 – da un testo appena arrivato in libreria del critico e curatore di fama internazionale Francesco Bonami in dialogo con lo scrittore Edoardo Nesi.
C’è qualcosa di rassicurante e di magnetico in un quadro. La pittura, dall’inizio del Novecento, è sempre stata in pericolo di essere ammazzata ma alla fine non c’è mai riuscito nessuno: scrive Bonami, delineando un racconto esilarante dell’ossessione della pittura, dalla Mesopotamia agli artisti concettuali
Perché stimati professionisti, cantanti famosi in tutto il mondo, attori considerati simili a dèi, designer di moda, musicisti che riempiono sale di concerto, politici che hanno in mano le sorti di intere nazioni, perché decidono di prendere in mano un pennello nel tentativo, molto spesso fallimentare, di diventare pittori? Perché anche lo street artist più famoso del mondo, Banksy, alla fine non resiste a rimanere per strada e si mette davanti a una tela come qualsiasi artista convenzionale? Perché anche un videoartista come Bill Viola che fa fare la fila ogni volta che c’è una sua mostra alla fine vorrebbe essere un pittore?
Il nuovo saggio di Francesco Bonami è un viaggio dentro l’irresistibile desiderio di fare un quadro e l’insostituibile spazio che è un quadro. Cosa c’è di tanto rassicurante in pochi centimetri di tela bianca e cosa c’è di così magnetico da attrarre milioni di individui a sbizzarrirsi nel creare inguardabili schifezze e, raramente, incredibili capolavori? Con i nuovi universi virtuali, digitali e immaginari che ormai fanno parte della realtà, oggi l’ansia non ce la dà più il tramonto alle spalle del Ponte Vecchio a Firenze ma il video manipolato su YouTube o su Instagram. E da questo abisso inimmaginabile di artificialità ci proteggiamo rifugiandoci nell’artificialità conosciuta e classica della pittura, che a confronto con le creazioni digitali è familiare come la minestra della nonna o il salotto con i centrini sulle poltrone delle vecchie zie. Così, davanti a immagini che non riusciamo a domare e incasellare dentro la nostra testa, l’unica esclamazione che ci può salvare è: “Bello, sembra un quadro”.
Centro Pecci Books, dopo il debutto nel febbraio 2019 con Alessandro Baricco, ha ospitato decine di protagonisti della scena letteraria ed editoriale tra cui, naturalmente ed in linea con la mission del Centro Pecci, storici e critici d’arte come Salvatore Settis, Flavio Caroli, Tomaso Montanari, Luca Beatrice, Vincenzo Trione.