20 Ottobre 2022

Anche la vicenda di Luana nel libro “Non si può morire di lavoro”

Il libro di Raffaele Bortoliero contiene otto storie, di altrettanti giovani, alcuni studenti lavoratori, che hanno perso la vita lavorando


“Per questi ragazzi la sicurezza deve essere la prima cosa, senza la sicurezza non si torna a casa”. Lo ha detto Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, la 22enne operaia morta in una ditta tessile di Montemurlo il 3 maggio 2021, incontrando stamani gli studenti dell’istituto professionale Pacinotti di Pistoia, nell’ambito della presentazione del libro di Raffaele Bortoliero, ‘Non si può
morire di lavoro – Storie di giovani vite spezzate’, nel quale è contenuta anche la storia di Luana. “Purtroppo – ha aggiunto Marrazzo – in questi ultimi mesi sono morti anche alcuni studenti durante l’alternanza scuola-lavoro. Questo non deve più accadere. Devono essere informati sui rischi che corrono, devono a loro volta chiedere se possono stare in quel posto, informarsi se è pericoloso.
Devono anche imporsi, dicendo che non sono andati lì per lavorare, ma per imparare, devono stare attenti a tutto e devono essere accompagnati e non azzardarsi mai a fare nulla da soli”. “La storia di Luana – sottolinea l’autore del libro – ha avuto un eco eclatante a livello nazionale, per la fine orrenda che ha fatto. Il libro che ho scritto contiene otto storie, di altrettanti giovani, alcuni studenti lavoratori, che hanno perso la vita lavorando. Nel libro ho cercato di narrare quello che resta dopo la morte di questi ragazzi, cioè la disperazione, la solitudine, la rassegnazione dei familiari che hanno perso l’unico bene sacro che avevano: il proprio figlio”.