Next Technology Tecnotessile compie 50 anni e guarda alle sfide del futuro: “Al fianco delle imprese per progettare innovazione e sostenibilità”
La società nazionale di ricerca è partecipata per il 40% dal ministero e per la parte restante da imprese tessili, meccanotessili, dell’abbigliamento, della logistica e del settore chimico di Prato e di tutta Italia
Mezzo secolo trascorso ad anticipare il futuro. Compie cinquant’anni Next Technology Tecnotessile, la società nazionale di ricerca nata a Prato nel 1972, partecipata per il 40% dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e per la parte restante da imprese tessili, meccanotessili, dell’abbigliamento, della logistica e del settore chimico di Prato e di tutta Italia. Costituita per volontà del ministero, di Confindustria e dell’allora Cassa di Risparmio di Prato, Ntt (così la società viene spesso chiamata dagli addetti ai lavori) doveva rappresentare il collante fra il mondo dell’industria e quello della ricerca. E se simili società su scala nazionale hanno ben presto terminato la loro attività, la realtà pratese si è sviluppata sempre di più nel corso dei decenni, partecipando alla realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo e di trasferimento tecnologico a livello italiano, europeo e internazionale. Un percorso che ha permesso a Ntt di costruire relazioni e collaborazioni con le principali realtà industriali, università, centri di ricerca e aziende di servizi operanti in Italia, in Europa e nel mondo.
Partita dalla sede di via Pugliesi, Next Technology Tecnotessile si è trasferita negli spazi del Palazzo dell’Industria di via Valentini. Poi nel 1993 lo spostamento negli attuali locali di via del Gelso. Oggi conta su 17 dipendenti, e vede il costante ingresso di giovani ricercatori appena usciti soprattutto dalle università di Firenze, Pisa e Siena che garantiscono continuamente l’elaborazione di nuove idee per il futuro. Per Prato Next Technology Tecnotessile ha rappresentato la possibilità concreta di anticipare le mode internazionali, come quando venne realizzata una linea innovativa di preparazione alla filatura che metteva a disposizione delle aziende soluzioni e tecnologie fino a quel momento non presenti nel distretto. E ancora la ricerca per impianti innovativi di depurazione delle acque, cercando una maggiore efficacia attraverso l’uso di membrane e generatori di ultrasuoni.
Ntt per Prato è stata anche sinonimo di economia circolare, quando questo termine non era ancora nemmeno lontanamente al centro delle agende dei Paesi europei. E così anticipò tutti nella ricerca sulla composizione degli scarti tessili, e conquistò anche il Belgio dove venne creata una macchina per fare selezione degli scarti prodotti dal settore tessile. E ancora la ricerca per la riduzione del rumore nelle aziende del distretto, quella per diminuire l’inquinamento e lo studio per eliminare la dispersione energetica nel ciclo produttivo tessile.
Il cda di Ntt è composto da 12 membri ed è presieduto da Massimo Biancalani. Entrato in contatto negli anni ’90 con il compianto direttore di Ntt, Solitario Nesti, Biancalani è stato prima cliente, poi consigliere e infine presidente della società di ricerca. “I risultati di Next Technology Tecnotessile li ho visti in prima persona come cliente e ne sono rimasto fin da subito colpito – spiega Biancalani -. L’attività svolta dalla società tocca tematiche fondamentali per il futuro del distretto, del Paese e di tutta Europa. Forse non sono aspetti semplici da fare capire, ma riguardano la quotidianità lavorativa di migliaia di persone. Con la scomparsa dell’ex direttore Nesti la società ha subito una perdita grossissima. Ma Solitario aveva seminato bene nel gruppo, riuscendo a tramandare la sua eredità ai ricercatori più giovani”.
Partita soprattutto per la ricerca tessile e meccanotessile, negli anni Ntt si è specializzata anche nel ferroviario, nel cartario, nella logistica, nel calzaturiero e nella robotica. Ha collaborato con marchi internazionali come Benetton, Alenia Aeronautica, Ferragamo, Hitachi, Gucci, Fiat, Celine, Calzedonia, Sofidel e tantissime realtà pratesi. Ha tre sedi: quella di Prato, poi una in Campania a Piano di Sorrento dove si sviluppano progetti di ricerca su materiali innovativi e un’altra a Monsummano Terme, il Ceq, dove c’è il laboratorio di prove fisico, meccaniche e chimiche.
Dopo l’addio a Nesti, la figura di direttore è stata assegnata ad Andrea Falchini che sta contribuendo alla specializzazione della società su economia circolare, settore energetico, digitalizzazione, tracciabilità e blockchain. I temi, insomma, di stretta attualità. “La nostra forza è quella di lavorare su tanti progetti europei per lo sviluppo di piccole e medie imprese – spiega Falchini -. Ad esempio stiamo elaborando continue soluzioni per il riuso di scarti di produzione derivanti da differenti settori. Un esempio? Alcuni scarti sono diventati componenti d’arredo per il settore automobilistico. Facciamo inoltre supporto all’internazionalizzazione delle aziende, e a fianco dei servizi di ingegneria troviamo assieme alle imprese anche la strada per raggiungere i finanziamenti istituzionali”.
Next Technology Tecnotessile è anche sinonimo di Prato nel mondo. Grazie alla presenza di ingegneri, economisti, chimici, periti, laureati in scienze politiche e in relazioni internazionali, Ntt ha effettuato progetti di ricerca in Messico, ha avviato un centro di ricerca in Turchia, adesso sta facendo altrettanto in Tunisia e ha costanti collaborazioni con i Paesi del Mediterraneo, senza dimenticare i rapporti con Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. L’innovazione, infine, ha anche una valenza sociale. “Come la progettazione e la costruzione di macchinari durante il lockdown che potessero certificare le mascherine, evitando che sul mercato potesse finire di tutto – concludono da Ntt -. O come il progetto per le persone fragili: grazie a una strumentazione è possibile sapere quando e quanto si sono mossi i pazienti all’interno della struttura, se sono caduti e rilevare alcuni parametri clinici. Senza dimenticare il progetto di recupero delle reti in mare, lo sviluppo dei filtri sugli scarichi delle navi per abbattere l’inquinamento e le partnership per riutilizzare prodotti agroalimentari autoctoni e tutelare gli allevamenti locali. Insomma, un percorso a 360 gradi dalla ricerca, alla validazione del processo, passando per la validazione del prodotto e per la realizzazione del prototipo”.