8 Settembre 2022

8 settembre, in Cattedrale il solenne pontificale. Diocesi e Comune rinnovano l’impegno a camminare insieme per il bene della città

La celebrazione è stata presieduta dal vescovo emerito di Fiesole mons. Mario Meini. Al termine tradizionale offerta dei ceri per la Cappella del Sacro Cingolo da parte dell'Amministrazione comunale


Come da tradizione la festa dell’8 settembre, conosciuta a Prato con il nome di «Madonna della Fiera», è iniziata con la celebrazione del solenne pontificale in cattedrale. Su invito del vescovo Giovanni Nerbini la messa è stata presieduta dal vescovo emerito di Fiesole Mario Meini e concelebrata da cinquanta sacerdoti del clero pratese. In duomo c’erano molti fedeli, arrivati fin dal mattino presto per venerare la Sacra Cintola della Madonna, protagonista della festa ed esposta per l’occasione nella Cappella dove è custodita da secoli.

Nelle prime file erano presenti le istituzioni cittadine con il sindaco Matteo Biffoni, il presidente della Provincia Francesco Puggelli, il prefetto Adriana Cogode, il questore Giuseppe Cannizzaro e i rappresentanti delle forze dell’ordine. La celebrazione è stata animata dalla Cappella musicale della Cattedrale e dalla Corale San Francesco.

Mons. Giovanni Nerbini, prima di essere nominato vescovo di Prato, è stato vicario generale della diocesi di Fiesole e dunque il principale collaboratore di mons. Mario Meini.

 

 

Nell’omelia, incentrata sulla antica devozione pratese nei confronti della cintura appartenuta a Maria, monsignor Meini ha sottolineato come la reliquia sia da sempre segno di speranza. «Tenerissima è la tradizione della cintura lasciata al ritardatario Tommaso (l’apostolo che secondo la tradizione ha ricevuto la reliquia in dono NdR): non manchi a nessuno un legame a cui aggrappare la propria speranza! Guardando a Maria, noi oggi dobbiamo chiederci quel’è la vera che la comunità cristiana deve consegnare alle persone del nostro tempo». Poi un invito e un augurio alla comunità di Prato a custodire e a consegnare al nostro tempo la «cintola del Buon Governo che da un secolo all’altro ha sempre stretto nell’unità i cittadini e ha tramandato uno stile di operosità, di dialogo e di accoglienza. Una cultura che non alza i toni e non costruisce barriere, che non è mai contro nessuno e tesse ogni giorno la trama dei buoni rapporti con tutti. È stoffa delicata e robusta che consolida e riscalda ogni vincolo di unione, prodotto di marca della migliore cultura cristiana, griffata col filo d’oro della benedizione del Signore. Una cultura da custodire senza cedere alla lusinga della contraffazione e da considerare sempre come prezioso patrimonio pratese. Fatene umile, ma coraggiosa ostensione pubblica perché Prato, città dell’impegno multiforme, sia per tutti un segnale di speranza e di ripresa, esempio concreto che la “Politica” sana è possibile, che la solidarietà è feconda, che il bene comune è fruttuoso. Con questa cintura di speranza Prato sia valido punto di riferimento per le nuove generazioni e per tutti quelli che anche da lontano torneranno qui a trovare lavoro», ha affermato mons. Meini.

 

Mons. Meini invita i pratesi a custodire la cintura del «Buon Governo»

 

Poi monsignor Meini ha mostrato la Sacra Cintola ai presenti in cattedrale, in particolare ai malati e ai disabili accompagnati dai volontari dell’Unitalsi.

Al termine della celebrazione si è svolto un altro tradizionale e importante momento: l’offerta dei ceri per la Cappella del Sacro Cingolo donati alla Diocesi dall’Amministrazione comunale. Il rito si è svolto sul sagrato della cattedrale. In questa occasione il sindaco Matteo Biffoni ha rinnovato la disponibilità e l’impegno del Comune a camminare a fianco alla Chiesa pratese per il bene della città. Biffoni ha ricordato quando il 19 marzo 2020, in piena emergenza sanitaria, si tenne l’ostensione straordinaria del Sacro Cingolo per invocare la protezione sulla città. «In quel momento si è rinnovato un percorso: la parte laica e la parte religiosa della città si è presa cura di una comunità – ha detto il Sindaco –. Mentre i sanitari si prendevano si occupavano della malattia, le istituzioni si sono prese cura di una comunità smarrita e impaurita. Oggi che nubi di tensioni sociale e difficoltà economiche sembrano avvicinarsi, ci sarà ancora bisogno di questo connubio di essere fianco a fianco nel prendersi cura di una comunità che inizia a dare segnali di inquietudine e paura per il futuro. Insieme questa città sa affrontare tutte le sfide che il destino ci vorrà lanciare».
Il vescovo Giovanni Nerbini ha accolto con favore le parole del sindaco: «Insieme, è la parola giusta, e questa città da sempre cerca di farlo. Questa parola, insieme, non deve essere usata solo nelle emergenze, ma deve essere parola dell’ordinario. Come in una famiglia non si può andare avanti se non siamo insieme anche in una città non abbiamo futuro se non camminiamo e progettiamo insieme. Che questo piccolo segno continui a brillare».

 

Le parole del sindaco Biffoni e del vescovo Nerbini al tradizionale rito dell’offerta dei ceri