La famiglia di Gaddo Giusti chiede chiarezza sulla morte del 31enne, ex calciante della Pallagrossa, stroncato da un malore in casa accusato sabato scorso, a meno di 48 ore dalle dimissioni dall’ospedale, dove Gaddo si era recato nella notte tra mercoledi e giovedi per dolori al torace. Dopo la denuncia sporta ai carabinieri dalla sorella, la Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per capire se sono ipotizzabili colpe mediche riconducibili al decesso. A seguito dell’acquisizione delle cartelle cliniche, sono al vaglio le posizioni dei medici del pronto soccorso che potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati per consentire loro di partecipare con dei propri periti all’autopsia sul corpo di Gaddo. Sarà proprio l’esame autoptico a dover chiarire le cause del decesso; un passaggio fondamentale nell’inchiesta. La famiglia, tramite l’avvocato Gerardo Marliani, fa sapere che il 31enne godeva di buona salute e che all’atto delle dimissioni gli era stata impartita una prognosi di 48 ore, per un “dolore toracico”. Una dicitura, quella riportata nel referto, che più che una diagnosi somiglia alla sintomatologia che Gaddo aveva riferito recandosi al pronto soccorso.
Qui gli sono stati effettuati diversi accertamenti per scongiurare che stesse accusando un infarto; gli esami del sangue – fa sapere il legale della famiglia Giusti – avrebbero riscontrato un valore anomalo della troponina, una proteina che è uno degli indicatori di eventuali sofferenze cardiache. I protocolli sanitari, in casi simili, prevedono che l’esame sia ripetuto a distanza di certi intervalli temporali per monitorare l’evoluzione del parametro, che in taluni casi può risultare elevato anche per una serie di condizioni slegate dall’infarto del miocardio e prive di pericoli per il paziente.
All’inchiesta aperta dalla Procura per omicidio colposo si affianca parallelamente un’indagine interna avviata dall’Asl per cercare di capire come sono andate le cose e far emergere eventuali omissioni o responsabilità: “Analizzeremo tutti i documenti che riguardano il paziente dal momento dell’accesso al pronto soccorso fino alla dimissione e approfondiremo l’argomento con tutto il personale che in quelle ore ha operato intorno al paziente – ha spiegato il direttore generale dell’Asl Toscana centro Paolo Morello Marchese – nell’arco della settimana dovremmo avere i dati definitivi per quanto riguarda la nostra indagine”.
Anche sui valori di troponina, le cui alterazioni possono essere un indicatore di danni in corso al miocardio, Marchese ha precisato che gli esami non avrebbero dato risultati preoccupanti:
“Sul paziente sono stati eseguiti tutti gli accertamenti previsti in caso di dolore al torace – ha proseguito – compresi quelli sui livelli di troponina, che è uno degli indicatori che viene tenuto sotto controllo in casi del genere. La troponina è stata verificata sia all’arrivo del paziente che successivamente più volte e non c’è stata variazione”.