30 Agosto 2022

La Questura chiude per 40 giorni il circolo dove è avvenuta la sparatoria

Il locale di via dei Confini aveva già subito simili provvedimenti per la droga trovata al proprio interno


Il questore Giuseppe Cannizzaro ha chiuso per 40 giorni per motivi di sicurezza il circolo cinese di via dei Confini dove nella serata di domenica, all’interno di una saletta privata, due persone hanno sparato a quattro avventori ferendoli alle gambe. L’immobile era già stato sottoposto a sequestro penale ieri, affinchè possano essere eseguiti tutti i rilievi utili alle indagini. Quando l’autorità giudiziaria disporrà il dissequestro, scatteranno i 40 giorni di sospensione decisi dalla Questura. Il gravissimo fatto di sangue, su cui la Procura al momento ipotizza le lesioni aggravate e su cui indagano i carabinieri, non è il primo episodio delittuoso avvenuto all’interno del locale, già oggetto di numerosi controlli in passato che avevano portato ad altre sospensioni dell’attività in base all’articolo 100 del Testo unico di pubblica sicurezza.

Nel corso degli ultimi due anni, il circolo ricreativo, gestito da una cittadina cinese di 52 anni, è stato sanzionato più volte, in quanto al proprio interno era stata rinvenuta un’ingente quantità di droga destinata agli avventori. Per questo motivo in passato erano stati emessi altri analoghi provvedimenti di sospensione, l’ultimo dei quali risalente al marzo scorso, per evitare il ripetersi di episodi pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza pubblica.

La tutela dell’incolumità pubblica, a seguito di una sparatoria che poteva avere peggiori conseguenze (almeno 5 i colpi esposi da distanza ravvicinata in una saletta di piccole dimensioni) è alla base del nuovo provvedimento cautelare di sospensione dell’attività firmato dal questore e notificato stamani. Nel provvedimento si sottolinea che “il fatto occorso è indice dell’abituale presenza nel circolo di avventori dediti alla reiterazione di condotte indecorose ed illecite, sfociate in un episodio pregiudizievole per l’incolumità pubblica”.