Servono rimedi immediati per reggere l’urto dei rincari fuori controllo e della spinta inflazionistica, a partire da un tetto al prezzo del gas, da una maggiore corresponsabilità di filiera e dalla realizzazioni di infrastrutture che possono sostenere l’economia regionale”. CNA Toscana Centro, attraverso il suo presidente Claudio Bettazzi, alza la voce in questa fase pre-elettorale per rimarcare alla politica le preoccupazioni di tutte le imprese, vessate dai rincari della luce e del gas, i cui costi moltiplicati in pochi mesi stanno inducendo molti a ipotizzare rimedi estremi in attesa di interventi veramente efficaci.
“Riceviamo decine di chiamate da imprenditori di ogni settore, angosciati per i rincari in bolletta che ormai sfiorano il 300%, e strangolati dalla spinta inflazionistica che questo comporta su materie prime, forniture, occupazione. I prossimi mesi saranno roventi, ben più della tornata elettorale che ci aspetta, e con grande preoccupazione vediamo avanzare un rischio concreto di collasso del nostro sistema produttivo se non saranno adottati provvedimenti urgenti e date risposte immediate dalla politica”.
La situazione è talmente esplosiva che, sottolinea Bettazzi, “abbiamo tessiture, orditure, lavanderie, aziende agroalimentari, metalmeccaniche e di produzione che, per arginare almeno in parte i costi in bolletta, già stanno ragionando sulla rimodulazione degli orari di lavoro, sulla riprogrammazione dei turni, e persino sulla sospensione dell’attività in attesa di vedere segnali concreti dalla politica. Questi rincari infatti non riflettono solo questioni congiunturali e di carattere geopolitico ma scontano anche tutti i ritardi di un Paese che non ha saputo creare fonti autonome di approvvigionamento e tutte le le incertezze che, negli ultimi anni, hanno caratterizzato l’approccio su alcuni temi strategici per il settore energetico nazionale. Gli interventi messi in campo fino ad oggi sono stati solo dei “pannicelli caldi”, a fronte del conflitto Russo-Ucraino, e ora il fenomeno ha assunto una tale gravità che queste misure sono del tutto insufficienti a compensare bollette che ormai pesano 3-4 volte di più sui costi aziendali e minano la competitività di tutto il territorio, rischiando di far collassare il sistema produttivo”.
Le richieste di Cna
Di qui, alcune richieste precise che CNA Toscana Centro e CNA nazionale hanno già messo sul piatto del mondo politico attraverso un manifesto con 10 punti prioritari che vede, al primo posto, proprio la proposta sull’energia: favorire la transizione ecologica, incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici sui capannoni per l’autoconsumo, stabilizzare gli econobonus per la riqualificazione energetica degli immobili. Ma oltre a questo, serve un’azione nazionale immediata che, tiene infatti a precisare Bettazzi, “porti a fissare un tetto al prezzo del gas, una priorità su cui chiediamo l’impegno congiunto di tutte le forze politiche, al di là degli esiti del voto del prossimo 25 settembre. Certo, sarebbe auspicabile una decisione a livello europeo ma la gravità della situazione impone interventi rapidi ed efficaci e quindi anche l’introduzione di un massimale al prezzo del gas su base nazionale”.
Di pari passo, “è necessario attivare subito investimenti sulle infrastrutture per una politica energetica che recuperi almeno in parte il dramma che le imprese stanno vivendo oggi, e su questo tema, per quanto riguarda la Toscana, va detto che non mi appassiona il dibattito in atto sul rigassificatore di Piombino, visto che anche su questa infrastruttura si gioca la sopravvivenza economica regionale. Se è vero che rappresenta una “toppa”, piaccia o meno, è comunque una “toppa” necessaria”.
Infine, Bettazzi avanza anche una riflessione sulle dinamiche territoriali. “E’ ormai prevedibile che assisteremo ad un autunno pesantissimo per le aziende, con nuovi aumenti di costi energetici e spinte inflazionistiche insostenibili. Per questo sarebbe opportuna, all’interno della filiera, una maggior sensibilizzazione sulla ripartizione dei costi. Lo diciamo da tempo, se vogliamo reggere l’impatto di questa tempesta perfetta aiuterebbe anche ragionare come un sistema, in una logica di corresponsabilità che aiuti le imprese più deboli a sopravvivere, salvaguardando anche un sistema produttivo che difficilmente potrà resistere all’urto di questo vero e proprio tsunami”.