È un luogo amato da molti, simbolo di bellezza, di ambiente, di storia e di cultura per tutta la città di Prato. Per il dopo pandemia il parco della Villa di San Leonardo al Palco – un’area di circa due ettari con i campi circostanti – sarà sempre più aperto a chiunque desideri passare un pomeriggio con la famiglia, un momento di tranquillità nel verde, un po’ di riposo dai ritmi che la quotidianità spesso impone, in uno spazio architettonico e ambientale senza eguali, dentro la città e alle pendici della Calvana. Adesso sarà un luogo per star bene con se stessi e con gli altri. Il progetto speciale di sistemazione dell’ampia area verde, presentato dalla Diocesi di Prato e dalla Comunità dei Ricostruttori nella preghiera, è stato ammesso a finanziamento, attraverso un bando per i giardini e i parchi storici promosso dal ministero dei Beni Culturali con i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Al progetto sono stati assegnati 2 milioni di euro.
“Si tratta di un progetto che desidera mantenere e riqualificare le caratteristiche preziose che il parco contiene, per realizzare le indicazioni del più importante documento di ecologia integrale scritto in questi anni: l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco”, spiega padre Guidalberto Bormolini dei Ricostruttori. Soddisfatto il vicario generale don Daniele Scaccini che ha seguito la presentazione del progetto (la villa appartiene alla diocesi ed è affidata ai Ricostrutturi). “Vogliamo trasformare il parco di Villa del Palco in un luogo che si prende cura di chi lo frequenta e lo abita: un laboratorio sperimentale di ecologia integrale che abbia come parole guida cura, sostenibilità, comunità, accoglienza”, sostiene Bormolini.
Il vasto podere fu acquistato alla fine del Trecento da Francesco di Marco Datini che fece profonde trasformazioni, nei primi decenni del Quattrocento divenne convento Francescano, soppresso nel 1787 passo di mano a diverse famiglie: i Desii, i Godi, e infine i Forti nel 1924. Venne venduto alla diocesi nel 1955. La creazione di un giardino fiorito di cui i visitatori possano prendersi cura, la coltivazione di un orto bioattivo che sensibilizzi all’importanza e alla bellezza dell’agricoltura, la piantumazione di un frutteto diffuso con specie antiche autoctone, la riqualificazione di una grande vasca d’acqua in un biolago fitodepurato, la presenza di arnie, stimoleranno la biodiversità dell’ambiente, creando uno spaccato naturale fruibile da tutti e connesso con il già frequentatissimo parco fluviale cittadino. Le attività e i percorsi già previsti permetteranno al giardino di diventare un polo di educazione per una sensibilità ecologica sempre più profonda, in cui si comprenda che il verde è luogo di cura e di cui prendersi cura, in cui si capisca quanto sia importante ritrovare quel sentimento profondo e vero che otto secoli or sono, davanti alla bellezza del creato, portò Francesco d’Assisi a pronunciare la frase Laudato sì.