In piazza per testimoniare la fede e l’appartenenza alla Chiesa. Si è rinnovato l’appuntamento con la solennità del Corpus Domini, anche quest’anno festeggiata di giovedì – nella seconda settimana dopo Pentecoste – così come vuole l’antica tradizione. Anche se le restrizioni dovute dalla pandemia sono state allentate, la diocesi di Prato ha deciso di non riproporre la processione eucaristica per le strade del centro. Come nei due anni passati, la solennità dedicata al Corpo e del Sangue di Cristo è stata celebrata con una messa in piazza Duomo, dove sono state allestite mille sedie.
La messa è stata presieduta dal vescovo Giovanni Nerbini e concelebrata dal clero diocesano. In apertura della celebrazione il presule ha ricordato i due vescovi emeriti: mons. Franco Agostinelli che oggi ha perso la mamma, all’età di 101 anni, e mons. Gastone Simoni che sta facendo la riabilitazione dopo il ricovero ospedaliero.
Folta la presenza dei rappresentanti delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti che compongono la comunità ecclesiale di Prato: c’erano i confratelli e le consorelle della Misericordia, vestiti con la tradizionale cappa nera, i terziari Carmelitani con lo scapolare e il mantello, gli scout dell’Agesci, i membri di Azione Cattolica, dell’Unitalsi, i Cavalieri dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro e molti altri ancora.
Presenti le autorità cittadine, con il sindaco Matteo Biffoni, arrivato in piazza con il gonfalone, e il vicesindaco Luigi Biancalani; la consigliera regionale Ilaria Bugetti; la consigliera Paola Tassi in rappresentanza della Provincia di Prato; il vicario del Prefetto e i rappresentanti delle forze dell’ordine.
Nell’omelia mons. Nerbini ha parlato del dono dell’Eucarestia: “Questo pane non si trova in nessun forno e non ci sono denari sufficienti per comprarlo. È dono e quindi è gratuito, per tutti, immeritato. Le Parole che diremo prima dell’Eucarestia non sono una formalità, un modo scherzoso di dire: Signore, non sono degno…. Facciano attenzione quanti sono soliti dividere i figli di Dio tra degni ed indegni a non confondere la prodigalità di Dio con la falsa meritocrazia umana, perché questo cibo nutre tutti, anche i ‘cagnolini’ che si cibano delle briciole che cadono dalla mensa dei figli, secondo la felice espressione della donna siro-fenicia. Sì il Padre che ci ama ha fatto e continua a fare questo”.
Il brano del Vangelo letto questa sera era quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Gesù dice ai dodici: ‘Date voi stessi da mangiare’ – ha commentato il Vescovo – Proprio noi così poveri come tutti, a volte increduli siamo chiamati a diventare consapevoli strumenti, canali viventi di una grazia che deve circolare ovunque. Noi chiamati non solo a portare l’Eucarestia ma a diventare Eucarestia: dono, testimonianza, accoglienza, fraternità”.
L’invito di mons. Nerbini ai tanti fedeli presenti in piazza è stato questo: “Date voi stessi da mangiare. Che sia il mondo della politica, la scuola la fabbrica, come l’ufficio, ogni cristiano è chiamato a portare quel pane che Gesù gli ha messo a disposizione perché il mondo cresca e l’uomo saziato possa riprendere forza per costruire un mondo diverso, una società davvero profondamente rinnovata”.
Per via dei lavori di restauro che stanno interessando le facciate della cattedrale, l’altare non è stato posizionato sul sagrato, come si usa fare solitamente in queste occasioni, ma si trovava su una pedana posta davanti all’ex Stella d’Italia.
La celebrazione del Corpus Domini è terminata come ogni anno con la benedizione eucaristica, che a Prato si impartisce dal pulpito di Donatello con l’ostensorio contenente il Santissimo Sacramento. La messa è stata trasmessa in diretta su Tv Prato.
Foto di Alessandro Fioretti
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