Sono insindacabili le affermazioni del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli da lui pubblicate in una diretta Facebook il 1 marzo 2019 durante il sopralluogo al campo nomadi di San Giorgio a Colonica. Lo ha stabilito l’Aula di Montecitorio che ha approvato la relazione in tal senso già passata all’unanimità all’interno della giunta per le autorizzazioni.
All’ingresso del campo nomadi, oltre a denunciare la situazione di degrado nelle aree limitrofe, Donzelli lanciò delle accuse su furti ed altri illeciti riconducibili alla presenza dei sinti. Per quelle dichiarazioni era stato citato in giudizio per diffamazione aggravata dall’associazione ‘Sinti Italiani Prato’, nella persona del legale rappresentante Ernesto Grandini, la cui causa è stata perorata dall’avvocato Alessandra Artese. Nel novembre 2021 il gip di Prato aveva respinto la richiesta di archiviazione e disposto l’imputazione coatta nei confronti di Donzelli; una prima udienza di fronte al Tribunale di Prato era stata fissata lo scorso aprile, poi rinviata al prossimo 24 giugno.
A meno di un mese da quella data, arriva dunque il parere di insindacabilità espresso dalla giunta per le elezioni, che ha sancito per Donzelli lo “scudo”, previsto dalla Costituzione, secondo cui i parlamentari non possono essere chiamati a rispondere giuridicamente dei voti che hanno dato e delle opinioni che hanno espresso nell’esercizio delle loro funzioni.
Nella prossima udienza, il Tribunale di Prato acquisirà il documento della Camera dei Deputati e potrà assumere una delle due seguenti decisioni: escludere la punibilità di Donzelli in ragione dell’insindacabilità parlamentare o sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato alla Corte Costituzionale.