La Provincia di Prato compie 30 anni, Puggelli: “Ente da rilanciare come casa dei comuni”
Il presidente della Provincia di Prato auspica una riforma nazionale per restituire funzioni e risorse all'ente "svuotato" dalla legge Del Rio
Oggi, 16 aprile, la Provincia di Prato compie trent’anni. Era il 1992 quando il nuovo ente venne istituito, dopo un lungo lavoro cominciato nel dopoguerra per dare al territorio pratese un ente in grado portare risposte concrete a numerosi bisogni di Prato e dei comuni limitrofi. Un ente che per un ventennio è stato fondamentale per portare sul territorio pratese numerosi investimenti, in particolare sul fronte dello sviluppo economico e della formazione, dell’edilizia scolastica e delle infrastrutture, contribuendo attivamente alla crescita del nostro territorio. Nei primi vent’anni di lavoro sono stati raggiunti risultati enormi anche grazie al recupero di luoghi che – senza il contributo della Provincia – non sarebbero come li conosciamo oggi: la Badia di Vaiano, la Rocca di Cerbaia, la Villa Il Mulinaccio, le Scuderie Medicee a Poggio a Caiano. Una grossa potenzialità che ha subito una brusca frenata dal 2014 a causa della legge Delrio.
“Questa data non è un appuntamento per nostalgici – commenta il presidente Francesco Puggelli – ma un’occasione per guardare al futuro in un’ottica nuova. I presupposti per cui fin dal dopo guerra i pratesi vollero istituire la Provincia sono ancora oggi validi. In questi 30 anni, nonostante la riforma, senza la Provincia il nostro territorio sarebbe stato indubbiamente più povero.”
Nonostante il taglio delle funzioni abbia avuto ripercussioni sulla potenzialità dell’ente sia in termini di personale che di risorse, la Provincia di Prato ha dimostrato anche in questi ultimi anni con gli investimenti fatti di essere un punto di riferimento per la gestione dei progetti a vantaggio della comunità.
Negli ultimi tre anni sono stati realizzati progetti per circa 5 milioni di euro fra scuole e strade, tra cui alcune opere di grande rilievo per l’edilizia scolastica. Fra gli altri, il nuovo centro sportivo al Polo di San Paolo, il recupero della ex caserma dei vigili del fuoco, oltre agli adeguamenti sismici agli edifici scolastici. A ciò si aggiungono ad esempio le opere di messa in sicurezza delle strade nelle aree più delicate della Valbisenzio.
Gli investimenti della Provincia nel triennio 2022-2024
Nel triennio 2022-24 sono in programma opere per 22 milioni e mezzo di euro, grazie anche ai fondi PNRR che la Provincia ha intercettato lavorando alla stesura di progetti che guardano al futuro, come l’Ecoscuola di via Galcianese, i due nuovi edifici con aule modulabili per il Liceo Copernico, o la messa in sicurezza delle principali infrastrutture, come la mappatura dei ponti e gli interventi conseguenti o il progetto di rimodulazione della Curva di Usella sulla SR325.
“Questo ente è stato azzoppato sull’onda del populismo, ma nonostante questo ha saputo dimostrare il proprio potenziale a vantaggio di tutti i cittadini” – aggiunge Puggelli – “Non solo: ogni anno giriamo a Roma 14 milioni di euro provenienti dalle entrate locali. Soldi dei pratesi che se potessero essere gestiti sul territorio in un’ottica di vero federalismo fiscale, avrebbero un impatto positivo decisamente maggiore per la cittadinanza traducendosi in ulteriori scuole o strade da poter costruire ogni anno.”
Puggelli: “Cogliere l’occasione della riforma”
Il compleanno della Provincia di Prato cade in un momento particolare per le Province Italiane. Nei prossimi giorni dovrebbe infatti approdare in Consiglio dei Ministri la legge delega di riforma del Testo Unico degli Enti Locali. Puggelli (nella foto sopra), che proprio ieri è stato nominato vice presidente e presidente vicario dell’associazione delle province toscane, ricevendo anche le deleghe alla scuola, all’ambiente e al riassetto istituzionale all’interno del direttivo di UPI, afferma ancora: “Questa occasione deve essere colta per guardare al futuro. Un futuro che vede a breve due importanti appuntamenti: la riforma del TUEL che è divenuta ormai irrimandabile. Questa dovrebbe offrirci la possibilità di riorganizzare l’Ente che dopo un decennio è ancora oggi bloccato dalla legge Delrio. La Provincia può rappresentare una casa dei comuni. Un ente di area vasta che permetta di coordinare e dare maggiore sostegno all’attività dei Comuni, soprattutto i più piccoli. C’è poi l’appuntamento con il PNRR: stiamo lavorando per far partire i primi cantieri sulle scuole finanziati dall’Europa. La Provincia però potrebbe offrire anche un aiuto concreto ai Comuni, soprattutto più piccoli, che si rischia non abbiano sufficienti energie in termini di personale e finanziarie per raggiungere gli obiettivi dei finanziamenti europei.”