Una Fondazione che ha rafforzato il suo ruolo a servizio dei pratesi, che si è aperta alla comunità, che ha attraversato la pandemia accanto alle forze solidali della città, che sta curando in modo speciale i giovani, che ha cambiato lo Statuto ma è rimasta fedele alla sua missione di utilità sociale e di sviluppo economico. È facendo riferimento a questi obiettivi fondamentali che ieri pomeriggio il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Franco Bini, a conclusione del suo mandato, ha illustrato all’assemblea dei soci i risultati di quattro anni d’impegno. “Ottenuti con il contributo e la collaborazione di tanti, in particolare dei componenti del Consiglio di Indirizzo e del Consiglio di Amministrazione che, insieme al segretario generale Paola Spadoni, ringrazio sinceramente”, sottolinea. “L’impegno per cambiare è stato profondamente legato a una visione della Fondazione che accelera il suo ruolo a servizio dei pratesi, spinta anche dalle necessità di un momento storico straordinario, aprendosi alla comunità in tutte le sue componenti – mette in evidenza Bini – è partendo da questo presupposto che abbiamo lavorato per il varo del nuovo Statuto, condiviso con ACRI e il Ministero dell’Economia e delle Finanze che lo ha approvato senza incertezze. Ieri sera in assemblea c’erano tante presenze, un segnale indicativo di una nuova fase che si è aperta e che viene affidata alla responsabilità dei nuovi organi di gestione della Fondazione”. Con il nuovo Statuto il numero dei soci è passato da 120 a 140. Oggi i soci sono 132 (36 donne e 96 uomini). Ieri pomeriggio, tra l’altro, l’assemblea ha designato quattro nuovi soci che saranno proclamati nella prossima assemblea, in programma per il 10 maggio. Sono il medico Enrico Mencattini, l’imprenditore Roberto Palmucci, la docente universitaria Monica Pratesi e la commercialista Paola Spadoni.
Ecco tutti i numeri del mandato, a confronto i conti che hanno chiuso il 2017 con quelli di fine 2021. Il patrimonio netto, grazie a un monitoraggio attento degli investimenti, è passato da 73 milioni e 960 mila euro a 75 milioni e 103 mila euro con un aumento di circa 1,1 milioni. L’avanzo dell’esercizio del quadriennio si attesta su 5 milioni e 383 mila euro, mentre il fondo stabilizzazione erogazioni – una sorta di tesoretto disponibile per le necessità della comunità locale – è passato da 3 milioni e 838 mila euro a 4 milioni e 496 mila euro.
Le campagne di sostegno ai progetti delle realtà del territorio, attuate anche attraverso il bando annuale per i contributi, hanno visto un impegno complessivo di 4 milioni e 221 mila euro. “Anche in questo ambito abbiamo cercato di rispondere alle nuove esigenze che la comunità pratese poneva – mette in evidenza Bini – favorendo lo sviluppo di reti e il ruolo della Fondazione come soggetto moltiplicatore di risorse, penso in particolare ai progetti per l’housing sociale”.
La Fondazione, in quattro anni, è intervenuta con 1 milione e 541 mila euro sul fronte dell’educazione, istruzione e formazione; con 1 milione e 167 mila euro per arte, attività e beni culturali; con 1 milione e 212 mila euro per il volontariato, filantropia e beneficienza. Alla salute pubblica, per le misure straordinarie contro la pandemia, sono andati 300 mila euro.
All’assemblea sono stati presentati anche i numeri che chiudono il 2021. Sono stati erogati in tutto contributi per 1milione e 103 mila euro. Con circa 363 mila euro sono stati sostenuti 75 progetti di enti e associazioni; 200 mila euro sono stati utilizzati per il Progetto Insieme, iniziativa di rete per il supporto sociale del dopo pandemia; 114 mila euro sono andati per l’attività del PIN; 110 mila euro alla Camerata strumentale; 106 mila euro alla Diocesi di Prato e alle parrocchie; 85 mila euro all’Emporio della solidarietà.
L’impegno della Fondazione per arte e cultura è testimoniato anche dall’opera Spindles, che entro l’estate dovrebbe essere posizionata davanti all’ingresso dell’ex ospedale e dall’offerta non vincolante presentata per le opere della Galleria degli Alberti.
Il quadriennio di guida Bini è stato caratterizzato anche dall’adozione di un nuovo statuto, che ha provocato frizioni interne sfociate in un ricorso alla giustizia amministrativa e in una causa civile. Un passaggio che ancora oggi Bini difende, perché a suo dire “segno di democrazia e apertura alla città. Mi dispiace lasciare questi strascichi giudiziari, voglio auspicare che col nuovo presidente ci sia anche qualche ravvedimento operoso da parte delle correnti”.
Nel corso del prossimo appuntamento, programmato per il 10 maggio, l’assemblea dei soci eleggerà la metà dei componenti del nuovo Consiglio di Indirizzo, un passaggio fondamentale anche per la designazione del presidente.
Gli 8 nomi usciranno da una rosa di 19 candidati. Gli altri 8 membri del consiglio di indirizzo saranno invece designati da enti, categorie economiche, ordini professionali e dalla Diocesi. Ai 16 nominati nel consiglio di indirizzo spetterà poi eleggere il nuovo presidente, al quale Bini chiede di “Pensare alla Fondazione come ad un patrimonio della città. Tutto quello che ho fatto l’ho fatto in funzione del bene della città e se ho sbagliato è stato in buona fede. Al nuovo presidente suggerisco di privilegiare la città rispetto ad interessi di parte”.