3 Marzo 2022

Prato laboratorio di inclusione, in città presenti oltre 44mila stranieri

In visita in questi giorni una delegazione europea, composta da rappresentanti di Bruxelles e dei ministeri di Italia, Austria e Grecia per confrontarsi sulle politiche di inclusione


Sono 44.507 i cittadini stranieri residenti a Prato, circa il 23% della popolazione totale, numero in costante crescita negli ultimi anni, di questi oltre il 60% è di nazionalità cinese. Prato è inoltre la provincia d’Italia con il maggior numero di studenti con cittadinanza straniera, il 28% circa. E’ la fotografia scattata dal Comune in occasione della visita studio in città di una delegazione europea composta da rappresentanti di Bruxelles e dei ministeri d’Italia, Austria e Grecia per confrontarsi sulle politiche di inclusione e inserimento lavorativo dei cittadini migranti messe in campo a Prato. Presenti anche esponenti della direzione generale immigrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di Anci e Anpal servizi. Un’occasione per conoscere le modalità sperimentali e innovative attuate a Prato sul fronte integrazione e lavoro e per scambiare buone pratiche.

La visita si è aperta con l’accoglienza del sindaco Matteo Biffoni e dell’assessore all’Immigrazione Simone Mangani in Salone consiliare: “Prato negli anni ha visto una crescita esponenziale della popolazione ed è un porto di terra che sin dal dopoguerra ha visto flussi di arrivi, prima dal resto della Toscana e dell’Italia, poi dal resto del mondo. A questi fenomeni la città ha risposto con politiche innovative di integrazione portate avanti con competenza dall’ufficio immigrazione del Comune di Prato – ha detto Biffoni -. Negli ultimi vent’anni Prato ha aderito a progetti nazionali, come Sprar e Sai, e ha sviluppato progetti tagliati sartorialmente sulle necessità e dinamiche di una realtà industriale come la nostra”. Biffoni ha rivendicato la volontà della Città di Prato di mettere in campo politiche attive: “È faticoso, mai semplice, non è escluso che si possano commettere errori, ma pensiamo che sia veramente la sfida del futuro. E momenti di confronto a livello europeo sono fondamentali: se facciamo un buon lavoro in questi giorni ne usciremo più arricchiti e capaci di affrontare un tema attuale, complicato, politicamente incandescente come quello della gestione dell’integrazione, che significa prendersi cura di una comunità, di una regione, di un Paese dell’intera Europa”.

Il Comune di Prato è capofila nel SAI (ex SPRAR) e coordina questo progetto in tutta la provincia di Prato, con gli altri sei comuni del territorio. È dentro il progetto SATIS (Sistema Antitratta Toscano Interventi Sociali), progetto per l’antitratta e l’antisfruttamento lavorativo, e presso il servizio immigrazione ha aperto uno sportello di riferimento in cui fornisce le informazioni ai richiedenti asilo e alle potenziali vittime di sfruttamento che richiedono aiuto e protezione internazionale. L’assessore all’Immigrazione Simone Mangani ha spiegato le modalità di azione: “Quello che caratterizza l’attività dell’Amministrazione comunale è la volontà perseguita nel corso degli anni e anche la capacità di creare reti di relazioni istituzionali e non. Tra queste l’accordo con Anci, Ministero, Regione, Questura e i patronati che si occupano del titolo di soggiorno. Una rete che funziona e che è frutto anche dell’altro obiettivo dell’amministrazione, ovvero l’inclusione scolastica”. Il Comune infatti gestisce da oltre dieci anni servizi di mediazione, di apprendimento della lingua italiana e di facilitazione linguistica in tutte le scuole di competenza comunale. Queste attività sono spessissimo in filiera e in rete con Regione Toscana in specifici accordi (Scuola Integra Culture) e altri enti di livello più alto, tra cui il Ministero. Importanti e innovativi poi i progetti di inserimento lavorativo: “Il primo dicembre del 2021 è stato rinnovato un protocollo in tema di sfruttamento lavorativo che coinvolge la Procura della Repubblica, la Regione, i sindacati, l’università di Firenze e la ASL – ha ricordato Mangani -. Infine, pochi giorni fa, è stato avviato il progetto “Cenciaioli si diventa” per l’inserimento lavorativo di richiedenti asilo e vittime di sfruttamento nelle aziende tessili del territorio.”

“La Regione Toscana ha lavorato su più fronti negli ultimi anni, ad esempio avviando  il Protocollo sperimentale contro il caporalato in agricoltura, prorogandolo a fine dicembre per un ulteriore anno e in Giunta Regionale abbiamo approvato le linee guida per mettere a punto queste misure di contrasto – ha detto l’assessore regionale Alessandra Nardini a Istruzione, Formazione Professionale, Università e Ricerca, Impiego, Relazioni Internazionali e Politiche di Genere – Abbiamo aderito alla manifestazione di interesse del Ministero del Lavoro, Direzione generale Immigrazione e Politiche di Integrazione, per realizzare interventi di supporto sociale, sanitario, abitativo e lavorativo dei cittadini di Stati terzi potenziali vittime di sfruttamento. In collaborazione con Anci stiamo lavorando per questo a costruire progetti in partenariato  con le parti sociali della Toscana. Questa progettualità dovrà contenere azioni di prevenzione, una sorta di patto con le aziende, che mirino all’emersione dei fenomeni e alla protezione delle vittime  e al loro reinserimento sociale. Si tratta di un’azione trasversale alla Giunta Regionale stessa, che coinvolge più competenze ed impegna diversi assessorati. La progettualità è complementare all’impegno del territorio che già in Toscana è in campo con il progetto Satis e il progetto Lavoro Sicuro che proprio qui a Prato trova radici a seguito del tragico evento  del rogo del Teresa Moda di via Toscana, su cui tutti insieme hanno voluto intervenire in maniera forte, con risultati che negli anni si sono visti”.

Rispetto ai meccanismi di coordinamento in un sistema di governance multi-livello, il Direttore Generale – DG Immigrazione e Politiche di integrazione Ministero del lavoro e delle politiche sociali Tatiana Esposito ha spiegato: “In una realtà nazionale in cui si registrano circa 5 milioni di stranieri, in gran parte concentrati al centro nord, dove una parte significativa sperimenta condizioni di assoluta povertà, l’agenda politica relativa all’integrazione e all’inclusione assume un carattere centrale e di urgenze. Devono pertanto essere sviluppate nel multi-livello efficaci progetti di integrazione, la promozione di azioni volte a questo obiettivo, anche sperimentando un mix degli strumenti utilizzabili a tal fine. Abbiamo esperienza dell’importanza del ruolo delle autorità regionali e locali nell’ambito dell’integrazione e, tenuto conto di un contesto che cambia rapidamente, la sifda per il futuro che si presenta a questi attori è quella di una sempre maggiore cooperazione”.

Sul lavoro che deve essere perseguito e sulla via da percorrere tenuto conto dell’agenda politica si è espresso Giovanni Di Dio di Anpal Servizi Spa: “La programmazione integrata 2021-2027 del ministero del Lavoro sul tema dell’integrazione e dell’inclusione ci dà un indirizzo ma soprattutto delle priorità a cui si deve lavorare. Tra queste, nell’ambito dell’integrazione meritano menzione e nota la cooperazione degli attori istituzionali e non, la necessità di inserire nel mondo del lavoro i migranti vulnerabili e ottimizzarne l’integrazione sociale,  garantire ai migranti delle condizioni dignitose di lavoro, l’implementazione dei percorsi di integrazione, la valorizzazione delle competenze scolastiche e formative degli stranieri e la regolarizzazione delle migrazioni oltre alla cooperazione dell’interazione con i Paesi di origine”.