Scuole superiori affamate di spazio. Non è una novità, se ogni anno allo scadere delle iscrizioni dirigenti e istituzioni si ritrovano a fare il tetris delle aule, ma sentirlo raccontare dagli studenti consente di comprendere le ricadute sulla quotidianità di chi quelle scuole le vive. Al Dagomari sono stati soppressi i laboratori di informatica e di lingua: chi ha scelto gli indirizzi di sistemi informativi aziendali e relazioni internazionali per il marketing si arrangia come può in classe. I laboratori, infatti, sono stati adibiti ad aule. Il Brunelleschi, la “scuola spezzatino” per stessa ammissione di chi la frequenta, chiede una sede unica che, sì, arriverà, come specifica il presidente della provincia Francesco Puggelli alla terza tappa toscana del tour di GiovaniSì, in via Labriola a Montemurlo, ma di certo non nel breve tempo.
Altro istituto, altra storia di carenza di spazi: per il Livi la provincia sembra prospettare una nuova sede unica nell’area dell’ex scuola edile di via Galcianese, per cui è il Comune di Prato a dover dare il permesso a costruire. Peccato che il Comune, nella persona dell’assessore all’Urbanistica Barberis raggiunto al telefono da Tv Prato, non ne sappia nulla. E sono proprio gli studenti del Dagomari a paventare un’altra tegola che si aggiunge al problema degli spazi del polo di via Reggiana: dal prossimo anno scolastico il Centro Ventrone potrebbe non ospitare più le quattro classi dell’istituto tecnico. “Questa notizia non è confermata – precisa Puggelli -: i contatti col Comune di Prato sono strettissimi proprio con l’obiettivo di capire come poter dare una risposta al Dagomari, ma rispettando anche le esigenze che verranno fuori da altre scuole”.