La sezione Femminile della Misericordia di Prato ha compiuto 40 anni a servizio dei più fragili. L’anniversario è stato ricordato ieri pomeriggio, lunedì 28 marzo, con una messa presieduta dal vescovo Giovanni Nerbini in cattedrale.
I malati, gli anziani, i ragazzi bisognosi di un aiuto nel fare i compiti, su di loro si posa la mano delle consorelle della sezione Femminile della Misericordia di Prato. Tutto è iniziato il 28 marzo 1982, quando Margherita Sanesi e un piccolo gruppo di donne che operavano nella San Vincenzo de Paoli costituirono il primo nucleo di una realtà che oggi conta più di duecento iscritte – e iscritti perché ci sono anche alcuni uomini – di cui oltre un centinaio in servizio attivo.
Se la sezione di anni ne festeggia quaranta, ne compie trenta la lunga e ininterrotta presidenza di Maria Petrà. Per molti il suo nome è sinonimo della sezione Femminile, ma lei si considera solo il volto pubblico perché «niente esisterebbe senza l’eccezionale dedizione delle nostre volontarie», dice la Presidente.
Petrà, come la maggior parte delle consorelle, è arrivata alla Misericordia per dare una mano al doposcuola. Nella sede di via Convenevole, grazie alla passione delle donne della Misericordia, sono stati infatti accompagnati e sostenuti nello studio generazioni di studenti pratesi. Solo il Covid ha interrotto questo impegno, che ogni anno costituiva un appuntamento fisso per venticinque tra ragazze e ragazzi delle medie. «Ma non molliamo, contiamo di ripartire appena sarà possibile», annuncia la Presidente. Non solo, le consorelle stanno pensando di accogliere in particolare i bambini ucraini scappati dalla guerra, e per fare ciò sono già in contatto con il cappellano della comunità ucraina di Prato don Nicola Dzudzar. Non a caso il motto di questi quaranta anni di attività è «adeguarsi alle esigenze dei tempi e dare una risposta ai bisogni delle persone».
Uno dei primi servizi messi in campo dalla sezione Femminile è l’assistenza ospedaliera: per anni le consorelle hanno aiutato i degenti in difficoltà a mangiare durante i pasti. Questa attenzione per i malati e gli anziani ha portato alla nascita della «vigilanza attiva»: il pomeriggio, a turno, le donne della Misericordia chiamano a casa delle persone fragili per avere notizie sulle loro condizioni di salute, sapere se hanno preso le medicine, se hanno bisogno di qualcosa, come ad esempio di fare la spesa. Da questa iniziativa sono nati nel tempo altri impegni, come il Telesoccorso e il Telefono Amico. Quest’ultima esperienza è un vanto per la Sezione perché rappresenta un impegno apprezzato e dalla indubbia utilità: nel periodo di pandemia le persone che hanno chiamato per avere un supporto psicologico sono aumentate moltissimo, solo nel 2021 il servizio, in Italia, ha gestito oltre settemila telefonate.
Da sottolineare inoltre la disponibilità della sezione Femminile a collaborare con le altre associazioni di volontariato. È grazie alla sua ispirazione, infatti, se insieme a Pubblica Assistenza e Croce d’Oro ha dato vita al «Soccorso anziani», un servizio di assistenza realizzato in accordo con i Servizi sociali del Comune. E adesso? «Adesso continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto: occuparci delle persone», conclude Maria Petrà.