17 Marzo 2022

La Cgil contro i licenziamenti di Air France e Klm all’Interporto: “Decisione incomprensibile”

Fra i 50 "esuberi" del piano di ridimenisionamento nazionale, ci sono anche quattro lavoratrici su cinque dell’ufficio cargo a Prato


«Chiudere è veramente controcorrente, anche nell’anno della pandemia, pur lavorando da casa, abbiamo ottenuto risultati pazzeschi», a parlare così è Renata Lattuada, da 37 anni in Klm, una delle quattro lavoratrici su cinque dell’ufficio cargo, all’Interporto di Prato, che la compagnia vorrebbe licenziare, nell’ambito del piano di ridimensionamento Air France-Klm che, nazionalmente, prevede 50 “esuberi”, e in pratica la scomparsa dei presidi allo scalo fiorentino di Peretola e, appunto, all’Interporto di Prato, dove verrebbero tagliati sette posti su dieci.
«Una decisione incomprensibile», rincara la dose Marco Chellini della Filt Cgil Toscana che, stamani, ha promosso un presidio, all’Interporto di Prato, per protestare contro il piano di ristrutturazione Air-Franc Klm, e in preparazione dello sciopero nazionale del 25 marzo. Decisione incomprensibile anche perché spiega Eva Degl’innocenti (Rsa Cgil) «di fronte a questo piano, abbiamo chiesto all’azienda di lavorare da casa, in smart working, non siamo un ufficio aperto al pubblico, e durante la pandemia, da casa, il lavoro non è mancato».

Per Gabrio Guidotti, FilT Cgil Toscana, «non sono tollerabili i licenziamenti, e l’azienda deve trovare una soluzione», che non può essere, come proposto, la riduzione delle ore d’impiego, con conseguente perdita di salario e il trasferimento, a spese proprie, a Milano.


«La perdita di posti di lavoro – aggiunge Chellini – è sempre un impoverimento per il nostro territorio. A maggior ragione quando si tratta, come in questo caso, di personale qualificato. Ci rivolgiamo anche alle istituzioni, che non possono restare indifferenti rispetto a tutto questo: negli ultimi tempi i programmi di ristrutturazione hanno avuto pesanti conseguenze in Toscana».