1 Marzo 2022

Galleria di Palazzo degli Alberti, nessuna offerta da Intesa San Paolo

Per l'acquisto delle opere si è fatta avanti la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato: il presidente Bini spiega i motivi della scelta


Una “scelta ragionata” per essere presenti al tavolo dove si potrà decidere del futuro della collezione di Palazzo degli Alberti. Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Franco Bini spiega così la decisione, condivisa nel consiglio di indirizzo, di presentare un’offerta non vincolante per l’acquisto della collezione alla Banca Popolare di Vicenza in liquidazione coatta amministrativa. La prima fase della procedura si è chiusa ieri a mezzanotte: i liquidatori dell’ex BpVi non hanno comunicato il numero delle offerte non vincolanti pervenute. Banca Intesa San Paolo, da noi interpellata, fa sapere di non aver partecipato all’iniziativa, così come il Comune di Prato. L’istituto di credito è proprietario del Palazzo degli Alberti e nei mesi scorsi ha investito nell’allestimento delle sale per poter rendere nuovamente fruibili le opere ai pratesi.


Ma la proprietà dei beni – 124 dipinti fra cui capolavori quali “La coronazione di spine” del Caravaggio (nella foto sopra), “La Crocifissione” di Giovanni Bellini, “La Madonna col bambino” di Filippo Lippi, oltre alle sculture di Lorenzo Bartolini – è rimasta nel patrimonio che i commissari liquidatori della BpVi stanno cercando di vendere per rifondere i creditori coinvolti nel crac della banca veneta.

Le opere – riconosciute dalla Soprintendenza come un corpus indivisibile – sono sottoposte a vincolo pertinenziale al Palazzo degli Alberti e non potranno fisicamente lasciare la sede attuale di Prato fino al permanere del vincolo stesso. Vincolo che è stato finora confermato dalla giustizia amministrativa, ma impugnato al Consiglio di Stato dalla ex BpVi in liquidazione con l’obiettivo di rendere i dipinti più appetibili sul mercato. La quotazione delle opere è infatti strettamente collegata all’esistenza del vincolo, senza il quale il loro valore sarebbe assai elevato, nell’ordine di decine di milioni di euro, al di fuori delle possibilità di intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Diversa la prospettiva, nel caso in cui il vincolo permanesse: in questo caso le quotazioni e l’interesse dei mercanti d’arte potrebbero essere quasi azzerati.

“Per noi – afferma il presidente della Fondazione Franco Bini – è fondamentale che queste opere, giunte in città e acquisite negli anni grazie ai soldi di artigiani e industriali del distretto, restino a Prato. La Fondazione ha compiuto questo passo per avere la possibilità di giocare le proprie carte nel futuro, per sedersi intorno a un tavolo. Abbiamo fatto un’offerta che non è vincolante per noi, né lo è per la liquidazione coatta amministrativa, ma credo che se ci dovessero essere altre offerte, i commissari si sentiranno in obbligo di convocarci per l’autorevolezza che un soggetto come la Fondazione rappresenta per la città di Prato”.

La procedura prevede che i liquidatori, valutate le offerte non vincolanti ricevute, possano invitare uno o più offerenti a partecipare alla fase due del processo di vendita, chiedendo ai soggetti ammessi di sottoscrivere un impegno di riservatezza e di formulare un’offerta vincolante per l’acquisto delle opere. In ultimo è possibile che lo Stato italiano eserciti il diritto di prelazione all’acquisto, così come richiesto dal sindaco di Vicenza Francesco Rucco al ministro Franceschini per un’altra collezione messa in vendita dalla BpVi in liquidazione: le opere di Palazzo Thiene,

“Noi ci troviamo in una situazione diversa – spiega l’assessore alla cultura del Comune di Prato Simone Mangani -. Siamo ad un passo dalla riapertura di Palazzo degli Alberti e non c’è bisogno di invocare l’intervento dello Stato perchè la fruizione pubblica delle opere non tarderà ad arrivare comunque. Da questo punto di vista la volontà di Intesa San Paolo, che nel 2018 ha promosso aperture straordinarie della Galleria e ha effettuato importanti lavori di allestimento, è chiara; il Comune di Prato, assieme agli Amici dei Musei, è e sarà presente in tutti i contesti giurisdizionali a difesa dei vincoli apposti alla collezione. Il Comune non fa della sua missione l’acquisto delle opere d’arte: il risultato più importante è che siano fruibili e credo che ci siano tutti i presupposti per centrare l’obiettivo”.