Com’è cambiata la demografia delle imprese del terziario a Prato negli ultimi dieci anni? Quanto ha influito la pandemia?
A rispondere a queste domande ha provato Confcommercio Pistoia e Prato, con uno studio che disegna due scenari distinti per le aziende di commercio e turismo collocate in centro o fuori dalle mura. A partire dal 2012 fino a giugno 2021, il commercio al dettaglio ha registrato una perdita pari a 182 attività nel settore nell’intero comune, con il centro storico che
segna un saldo negativo di 84 attività e le altre aree di 98 unità. In entrambi i casi si sono perse il 10% delle attività totali.
I segmenti più colpiti nel centro storico sono i distributori di carburante (dimezzati), librerie e cartolerie, articoli per la casa, minimarket a prevalenza alimentare.
In crescita il commercio online, praticamente raddoppiato, seguito dalle farmacie e dalle attività di vendita di apparecchi informatici e per le telecomunicazioni.
Fuori dal centro di Prato perdono soprattutto minimarket a prevalenza alimentare, articoli per la casa e distributori di carburante.
Crescono, di contro, il commercio online, anche in questo caso raddoppiato, apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, farmacie, prodotti alimentari e bevande.
Diversa è la strada percorsa dal settore del turismo che, nonostante le complessità vissute nell’ultimo decennio dal territorio e dall’economia nazionale, dal 2012 ha riscontrato
una crescita di alberghi, bar e ristoranti aumentati di 123 unità. Protagonisti sono stati i pubblici esercizi che si sono sviluppati a macchia d’olio nell’intera area comunale.
La ricerca ha cercato anche di calcolare quanto ha inciso la pandemia sul tessuto imprenditoriale pratese. E’ emerso che il commercio al dettaglio ha subito una lieve flessione che
si concentra soprattutto fuori dal centro, mentre nel centro storico la flessione è stata pressoché nulla, dato che si parla dell’1% delle attività.
Lo stesso accade per alberghi, bar e ristoranti con un -4% registrato in centro e un -3% nelle aree circostanti.
“Il commercio alimentare arretra a favore della somministrazione e del turismo, con i servizi essenziali come quelli alimentari che si spostano soprattutto nelle aree esterne,
seguendo quel processo di decentralizzazione di molte funzioni che ha coinvolto i centri storici – ha commentato il direttore di Confcommercio Pistoia e Prato Tiziano Tempestini –
Se questa dinamica, da una parte, pone di fronte a nuove prospettive di sviluppo, dall’altra crea smarrimento per il settore del commercio che oggi si trova a doversi ripensare e
riorganizzare.
Diventa quindi urgente ridisegnare le città e ripensarle garantendo la loro vivibilità, frequentazione e accoglienza. E, allo stesso tempo, sviluppare una nuova identità per tutti
quei settori che hanno visto cambiare completamente la domanda e il territorio e hanno bisogno oggi di riposizionarsi su un mercato in costante mutazione” ha aggiunto Tempestini.