Scoperte due case a luci rosse in via Filzi: le prestazioni avvenivano anche a domicilio
Coinvolte 4 persone, nei cui confronti è stato disposto il divieto di dimora in Toscana
Un affitto troppo alto per i redditi degli inquilini e annunci espliciti affissi per strada. Sono questi i due campanelli che hanno fatto scattare l’indagine condotta da polizia municipale e carabinieri che ha portato alla scoperta di un vasto giro di sfruttamento della prostituzione. A gestirlo 4 cinesi (due uomini e due donne), nei cui confronti è stato disposto il divieto di dimora in Toscana.
Il primo indizio da cui è partita l’indagine è stata l’affissione di annunci in cinese per strada da parte di un uomo già coinvolto in una vicenda di sfruttamento della prostituzione nel 2019. Grazie alla collaborazione tra municipale e carabinieri sono state disposte intercettazioni telefoniche, telecamere e microspie che hanno permesso di far emergere il giro di prostituzione.
Nel video le interviste a Sergio turini, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Prato, e all’ispettore Paolo Ghetti, responsabile dei Nuclei Speciali della Polizia Municipale cdi Prato
Gli incontri avvenivano principalmente in due case di via Filzi, affittate a 1300 euro al mese. Un canone troppo alto per le tasche degli inquilini e che quindi lasciava intendere che dietro ci fosse qualcosa di poco chiaro. Gli incontri a pagamento avvenivano anche in alberghi e a domicilio, avvalendosi del servizio di un cinese e di un pensionato italiano che fungevano da tassisti abusivi per accompagnare le escort agli appuntamenti. Una notte a domicilio poteva costare fino a 350 euro. Sette le prostitute identificate, tutte cinesi. Decine i clienti individuati, sia italiani che cinesi.
Nel video l’intervista a Biagio Oddo, Comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Prato