27 Febbraio 2022

I popoli del Mediterraneo chiedono la pace. La conclusione del convegno di Firenze

Alla presenza del presidente Mattarella è stata celebrata nella basilica di Santa Croce la messa che ha chiuso il forum dei sindaci e dei vescovi del Mediterraneo


«Possa il Mediterraneo, che è lo spazio geografico in cui il Figlio di Dio ha deciso di nascere e dove il suo Vangelo ha compiuto i primi passi, diventare una immensa cassa di risonanza di questo messaggio di fraternità. Possano i popoli del Mediterraneo essere testimoni per il mondo intero di una pace possibile, quella che parte dal cuore convertito al Vangelo e produce scelte concrete per il bene di tutti». Si chiude con un rinnovato e accorato appello alla pace pronunciato dal cardinale Gualtiero Bassetti il convegno dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo convocato a Firenze dalla Cei (ieri c’è stata la firma e la presentazione della Carta di Firenze, la dichiarazione di intenti scaturita da questi cinque giorni di lavoro).

Avrebbe dovuto essere la giornata di papa Francesco, atteso in piazza Santa Croce da centinaia di fedeli, ma una acuta gonalgia e l’assoluto riposo imposto dal medico hanno fatto rimanere il Pontefice a Roma. Le sue parole però sono risuonate grazie ai maxi schermi posizionati in piazza, di fronte alla basilica, dove è stato trasmesso in diretta l’Angelus.

 

Papa Francesco: Chi fa la guerra dimentica l’umanità

«Chi fa la guerra dimentica l’umanità», ha detto Francesco: «Non sta dalla parte dalla gente, non guarda la vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interessi di parte e di potere, si affida alla logica perversa e violenta delle armi e si distanzia dalla gente comune che vuole la pace». Poi il monito: «Lo ripeto, tacciano le armi»: ha ribadito il Papa: «Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Ricordando anche gli altri conflitti che insanguinano il mondo, Yemen, Siria e in Etiopia, il Papa ha rinnovato l’invito a vivere una giornata di preghiera e digiuno il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri.

 

 

Presente alla celebrazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arrivato in treno a Firenze e salutato con affetto dalle tante persone presenti in piazza. Il Presidente non ha rilasciato dichiarazioni, è stato accolto al suo arrivo dal sindaco Nardella e dal presidente della Regione Giani e poi ha partecipato alla celebrazione della messa in basilica. Poi al termine della funzione è ripartito per Roma. La sua presenza, come quella di Draghi ad apertura del convegno, ha certificato l’importanza di questo appuntamento voluto dalla Cei.

Nonostante il freddo pungente e l’assenza del Papa, molte persone, almeno cinquecento, hanno partecipato da piazza Santa Croce alla messa concelebrata in basilica dai vescovi presenti al convegno.

 

L’arrivo del presidente Mattarella a Firenze

 

Per il cardinale Giuseppe Betori il vero messaggio lanciato da questo convegno è quello di «stare accanto alla gente». Perché «l’unità e la pace nascono dallo stare vicino alle persone, sindaci e vescovi devono vivere per la gente. È dal popolo che nasce la fraternità». Poi una parola per la situazione in Ucraina: «La guerra non è mai la soluzione, speriamo che finisca con meno vittime possibili».

Betori: il vero significato del convegno è stare accanto alla gente

 

Il sindaco Dario Nardella ha definito questi giorni di convegno «straordinari». «Da Firenze è partito un appello forte e straordinario alla pace. Stamani a Palazzo Vecchio – ha detto Nardella – hanno parlato insieme per la prima volta nella storia recente i sindaci di Gerusalamme, Instabul e Atene: è stato un grande messaggio di unità di pace e di fratellanza e anche un grande segno di forza».

Nardella: Da Firenze un appello forte e straordinario alla pace

 

 

Durissimo il commento del presidente della Regione Eugenio Giani, che ha definito Putin «un terribile dittatore che parla di pace ma pratica la guerra che si sta esponendo a quelle tentazioni imperialiste e espansioniste che a me ricordano cosa avvenne nelle fasi precedenti della seconda guerra mondiale».

Giani: Putin un terribile dittatore che parla di pace ma pratica la guerra

 

Il testo integrale della Carta di Firenze