Filature, produzione industriale vicina ai livelli pre-pandemia
Al via Pitti Filati: 24 i produttori pratesi presenti. Le incognite sul futuro riguardano i costi energetici e i rincari delle materie prime
La novantesima edizione di Pitti filati, primavera-estate 2023, si svolgerà nei prossimi tre giorni alla stazione Leopolda di Firenze con la partecipazione del consueto consistente plotone di imprese pratesi: 24 produttori di filati cui si aggiungono altre aziende fornitrici di beni o servizi per il settore.
Nonostante le forti incertezze che caratterizzano il momento attuale, la fiera si apre per i filatori pratesi con buoni auspici.
La rilevazione sulla produzione industriale effettuata dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord sul 4° trimestre 2021 è ancora in corso, ma il primo consistente set di dati già acquisito ed elaborato evidenzia per il comparto filati risultati di tutto rispetto, superiori ai già buoni trimestri precedenti dell’anno: percentuali superiori al +20% rispetto al 4° trimestre 2020, che a sua volta segnava un non più rovinoso (dopo i segni meno abbondantemente a due cifre dei trimestri precedenti) -7,6% sullo stesso periodo del 2019. Proprio il confronto dei risultati del 4° trimestre 2021 con la media dell’anno pre-pandemia 2019 porta a ritenere che il comparto filati di Prato sia molto vicino ad archiviare la caduta produttiva indotta dal covid e dalle misure resesi necessarie per combatterlo: i dati definitivi sul 4° trimestre e quindi sull’intero anno consentiranno comunque di mettere meglio a fuoco l’andamento della filatura pratese.
I dati Istat disponibili sull’export, ed estratti sempre dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord, si fermano a fine settembre 2021 ma danno anch’essi un quadro positivo. Le esportazioni del 3° trimestre 2021 del comparto filati del distretto di Prato hanno segnato +23,9% rispetto allo stesso periodo del 2020, anno che nel suo complesso si è chiuso rispetto al 2019 con la stessa cifra in negativo (-23,9%). Il confronto dei primi 9 mesi del 2021 con lo stesso periodo del 2020 evidenzia un buon +21,5% che tuttavia non basta a colmare il gap con gli stessi mesi pre-crisi del 2019 (-12%).
“Abbiamo percepito nettamente nei mesi scorsi, e continuiamo a percepire, un vento di ripresa che incoraggia il nostro lavoro allontanandoci dai mesi terribili vissuti nel pieno della pandemia – commenta Roberta Pecci (nella foto sopra), coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Tuttavia anche il nostro comparto non sfugge certo alle difficoltà e alle incertezze che caratterizzano questo periodo. Gli impianti di filatura rientrano nella categoria delle imprese energivore, così come la quasi totalità delle lavorazioni di cui ci avvaliamo: la bolletta energetica colpisce direttamente noi e impatta fortemente sulla nostra intera filiera, mettendone a rischio gli anelli più fragili. Una situazione grave e pesante, che rischia di vanificare almeno in parte la ripresa. Costi molto elevati anche per i trasporti e per le fibre tessili: quelle tipicamente estive, peraltro, sono fra le più colpite dagli aumenti. Le nostre aspettative sulla fiera sono positive: anche se permangono difficoltà ed esitazioni negli spostamenti internazionali, gli sforzi fatti dall’organizzazione di Pitti per garantire la sicurezza dei visitatori costituiscono una garanzia che auspichiamo venga pienamente colta dalla clientela. E’ importante che accanto all’edizione online della fiera sia stata organizzata anche quella in presenza: nel nostro lavoro il contatto diretto fra persone e la visione diretta del prodotto sono insostituibili.”