25 Febbraio 2022

Conflitto Russia-Ucraina, le preoccupazioni di Confindustria: “Ulteriore impennata dei prezzi di gas e petrolio”

Se import ed export verso i due paesi sono marginali, preoccupano i rischi connessi all'approvvigionamento e al costo delle materie prime


Il conflitto tra Russia e Ucraina oltre alle pesanti ripercussioni in termini umani e sociali avrà riverberi anche sull’economia. Sia per effetto diretto che indiretto. Se import ed export verso i due paesi interessati dal conflitto rappresentano per il nostro territorio una fetta marginale del totale, maggiori sono le preoccupazioni di Confindustria per l’approvvigionamento ed il costo delle materie prime, soprattutto gas.

L’export manifatturiero verso la Russia dell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord vale in totale 103,64 milioni; percentualmente la quota della Russia sul totale delle esportazioni è solo dell’1,3% per Lucca-Pistoia-Prato e dell’1% per la Toscana. Ancora più esiguo l’import. L’export di Lucca-Pistoia-Prato verso la Russia è rappresentato per un terzo da macchinari e per un quarto da prodotti del settore moda, soprattutto tessile. L’import di prodotti manifatturieri vede al primo posto legno e prodotti in legno, carta e stampa. Per quanto riguarda l’Ucraina, paese che la guerra colpirà inevitabilmente anche nei suoi assetti produttivi e commerciali, l’export manifatturiero dell’area Lucca-Pistoia-Prato si colloca storicamente a quote inferiori ai 20 milioni, mentre l’import è di appena 3 milioni.

Dal punto di vista economico a preoccupare Confindustria sono soprattutto le forniture di gas metano: quasi il 40% di quello che arriva in Italia proviene dalla Russia. Gas che peraltro aveva già registrato negli ultimi mesi impennate particolarmente evidenti per il nostro paese e che la situazione di instabilità rischia di aggravare ulteriormente. Come se non bastasse anche il petrolio sta toccando quotazioni elevate.  “Con questa guerra, il blocco del Nord Stream 2 e le sanzioni alla Russia si temono inasprimenti che potrebbero essere gravissimi. L’Unione Europea ha dato rassicurazioni nei giorni scorsi circa una più accentuata diversificazione delle fonti di approvvigionamento: paesi diversi dalla Russia e ricorso al gas naturale liquefatto dovrebbero assicurare disponibilità, ma per quanto riguarda i prezzi è verosimile che la situazione, già pesante, peggiori ancora. Questo non solo per il gas: già oggi il petrolio sta toccando quotazioni elevatissime. Soprattutto se il conflitto dovesse prolungarsi, sarà indispensabile un rapido e radicale ridisegno delle politiche energetiche nazionali ed europee, con forti spinte alla produzione interna e al ricorso ad altre fonti, rinnovabili e non” ha commentato il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini.