Due imprenditori cinesi sono stati denuciati per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e hanno subìto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di un complesso immobiliare e dei conti correnti loro riconducibili. Il provvedimento è scaturito dalle indagini della Guardia di Finanza di Prato, relative alla sospetta cessione di un fabbricato industriale da parte di una società immobiliare cinese attiva nel Macrolotto, sulla quale grava un debito con l’Erario per oltre 587 mila euro. La società aveva già subìto varie iscrizioni a ruolo per il recupero della somma, ma ha tentato di “spogliarsi” del capannone, del valore di oltre 600.000 euro, che costituisce l’unica garanzia per il soddisfacimento del debito erariale maturato. In particolare l’immobile è stato ceduto ad un’altra società immobiliare con sede a Pistoia, rimasta fino a quel momento inattiva, la cui rappresentante legale – anch’essa cinese – in periodi di poco anteriori al rogito era stata dipendente della società venditrice ed aveva mantenuto stretti rapporti personali con l’immobiliarista venditore del capannone.
È stato tra l’altro appurato che la vendita del complesso immobiliare è avvenuta senza un reale passaggio di denaro tra le parti, ma tramite accollo del mutuo ipotecario in essere e che, in prossimità del pagamento delle rate, venivano versate le necessarie somme di denaro contante sul conto di quella subentrata.
Inoltre, subito dopo la transazione, la società cedente è stata di fatto “svuotata” e posta in liquidazione.
Sulla base di tali elementi, le Fiamme Gialle hanno ritenuto plausibile l’ipotesi di una vendita simulata del fabbricato nel contesto di un’operazione preordinata a sottrarre al fisco l’unica garanzia patrimoniale posseduta dalla società. Il sequestro preventivo fino alla concorrenza dei 587.000 euro, corrispondenti al debito erariale, è stato eseguito dai finanzieri, che hanno congelato conti correnti e immobili.