Rivela scoperte originali, notizie inedite e foto mai viste l’ultimo numero di Prato Storia e Arte, la rivista della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, che verrà presentata lunedì 31 gennaio, alle ore 21, nella chiesa dello Spirito Santo. Con il presidente della Fondazione, Franco Bini, intervengono il direttore Giampiero Nigro, la segretaria di redazione, Daniela Toccafondi e gli autori degli articoli.
La prima sorpresa della serata è l’esecuzione del brano Era già l’ora, composto nel 1921 dal maestro pratese Giovanni Castagnoli in omaggio a Dante, in occasione del sesto centenario della morte del poeta. Il testo musicale – dimenticato per lungo tempo – è stato rintracciato e modernamente trascritto dal musicologo Filippo Tosciri. Lunedì prossimo sarà eseguito dal coro Euphonios con la direzione di Elia Orlando e l’accompagnamento all’organo da Gabriele Giacomelli. Il brano ispirato all’VIII canto del Purgatorio (Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core) venne eseguito per la prima volta il 2 ottobre 1921 in Palazzo Comunale. Castagnoli – mette in evidenza Tosciri nel suo intervento sulla rivista – fu autore di diversi brani brevi dedicati a Dante, tre dei quali ispirati alla Commedia.
Foto e documenti inediti accompagnano l’emozionante racconto della storica dell’arte Alessia Cecconi che nel suo intervento ricostruisce le vicende del patrimonio artistico pratese messo sotto assedio dagli eventi bellici e i complessi interventi per il suo salvataggio. Foto mai viste prima, provenienti dal Gabinetto fotografico degli Uffizi e dalla Soprintendenza, illustrano – ad esempio – le operazioni per la protezione del Pulpito di Donatello, prima blindato con una struttura in muratura e poi smontato con le formelle messe al sicuro nel deposito delle volte della Cattedrale dove aveva trovato posto anche la Madonna col bambino di Giovanni Pisano. Cecconi accompagna il suo intervento con un documento inedito: la relazione che Frederick Hartt, ufficiale alleato e monument man per eccellenza, stila il 1° ottobre 1944 in occasione della sua visita a Prato. Insieme all’ispettore della Soprintendenza, Giuseppe Marchini, raggiunge la casa di Leonetto Tintori che sta ricomponendo il tabernacolo di Filippino Lippi andato in briciole sotto le bombe. Hartt registra “la più sconvolgente opera di restauro e ricomposizione di un capolavoro apparentemente perduto che il sottoscritto abbia mai potuto vedere”.
La rivista contiene inoltre interventi di Barbara Cianelli che ricostruisce le vicende della riserva granducale del Barco Reale, di Filippo Gheri che rivela la definitiva attribuzione all’artista Giuseppe Pinzani di un’opera collocata su un altare di San Domenico, di Claudio Cerretelli che ricostruisce la preziosa attività dell’eclettico e talentuoso artigiano -artista Giuseppe Benelli. C’è grande spazio per la città tessile con una lunga intervista, datata 1998, di Andrea Balestri a Dino Baldassini, uno dei grandi protagonisti dell’industria locale del Dopoguerra. Ci sono poi gli interventi che guardano alla città di oggi: Prato resiliente di Paolo Di Nardo e Prato is a special place for me di Kevin Murphy. Originale l’intervento di Giampiero Nigro per la rubrica animus loci, con il titolo Un curioso banchetto vengono ricostruiti i passaggi che portano dalla creazione dell’Associazione industriale e commerciale dell’arte della Lana (1896) alla fondazione dell’Unione industriali di Prato (1912).