Gli avori principeschi provenienti dal Tumulo etrusco di Montefortini a Comeana saranno restaurati grazi a fondi della Svizzera. La Confederazione elvetica ha stanziato un contributo di 49.000 franchi svizzeri, ammettendo a finanziamento il progetto presentato dalla Soprintendenza di Firenze, Pistoia e Prato, in collaborazione con il Comune di Carmignano. Si tratta di un complesso di reperti del VII secolo avanti Cristo, in stato frammentario, attualmente custoditi in 183 cassette, nel Museo di Artimino e nel laboratorio di restauro della Soprintendenza a Gonfienti.
Sarà proprio nel laboratorio vicino al sito archeologico pratese che dovrà essere eseguito il restauro: ad occuparsene, entro il 31 gennaio 2023, sarà la ditta Atlante di Grosseto a cui il Comune di Carmignano ha affidato i lavori per un totale di 45.628 euro. Tornerà così ad essere fruibile un complesso composto da placchette di rivestimento di dimensioni e tipologie diverse (decorate a bassorilievo ed altre incise) e da pettini, pissidi, pendenti, statuette maschili e femminili, statuette di animali fantastici e reali, elementi decorativi a traforo, anche con inserti di ambra.
Ma come è stato possibile il finanziamento della Svizzera?
Accedendo a un bando per aiuti destinati al restauro di beni culturali mobili predisposto dal governo svizzero, a seguito dell’accordo tra il Consiglio Federale svizzero e il governo italiano sulla importazione e il rimpatrio di beni culturali per l’anno 2021. La Svizzera ogni anno partecipa a progetti di cooperazione internazionale volti a salvaguardare il patrimonio culturale mobile all’estero, in particolare co-finanziando fino al 50% il restauro di beni culturali mobili a rischio in altri Paesi firmatari della Convenzione Unesco del 1970.
Nel 2020 la confederazione elvetica ha finanziato il recupero e la conservazione di beni archeologici in Perù, Messico, Cina. Quest’anno, tra i progetti premiati, ci sono anche quelli per valorizzare il patrimonio proveniente dal tumulo etrusco di Montefortini a Comeana.