12 Gennaio 2022

Calo dei consumi, Confcommercio: “Il 2021 chiude con segnali di allarme da parte del terziario”

Il presidente Spampani "è urgente intervenire con ammortizzatori sociali, credito e misure fiscali"


Il 2021 chiude con segnali di allarme da parte del terziario. A dirlo è Confcommercio Pistoia e Prato che analizza i dati riportati dall’Ufficio Studi della Confederazione sul Consuntivo consumi 2021. In uno scenario che segna la vitalità del tessuto produttivo italiano, con una crescita del Pil del 6,1% e dei consumi del 5,1% rispetto al 2020, il ritorno ai livelli pre-pandemici è ancora un miraggio, soprattutto per alcune categorie di imprese particolarmente colpite dalle misure anti-contagio. I settori della ristorazione e alberghiero registrano una perdita dei consumi sul 2019 rispettivamente del 27,3% e di quasi il 35%. Seguono i servizi culturali e ricreativi con -21,5%, i trasporti con -16% e l’abbigliamento e le calzature del -10,5%. Questo, a fronte di una perdita media dei consumi pari al -7,3% sul 2019.

Non sarà, quindi, una ripresa facile quella del settore terziario e non potrà avvenire senza interventi decisi da parte delle istituzioni, soprattutto alla luce dell’accelerazione inflazionistica in corso. Dicembre 2021 ha chiuso con un aumento del +0,4% su base mensile e del +3,9% su base annua che vede particolarmente coinvolti i beni energetici (che sfiorano il +30%) seguiti dai beni alimentari (+2% lavorati, +3,6% non lavorati), dai beni durevoli e dei servizi (dati Istat). 

Già a gennaio, sia per gli aumenti dei costi dei consumi obbligati come luce e gas, sia per il parziale trasferimento sui prezzi finali di pressioni sui costi che si stanno accumulando nelle filiere produttive, l’inflazione dovrebbe superare la soglia del 4%. Questa condizione inflazionistica è destinata a permanere almeno fino all’estate, con inevitabili riflessi negativi sul potere d’acquisto dei redditi delle famiglie e della loro ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida, frenando la ripresa dei consumi.

“È evidente che le imprese non potranno reggere da sole il peso di questi mutamenti. Con la diffusione delle varianti, il rialzo dei contagi e il clima di costante incertezza rispetto al futuro, molte attività sono ripiombate nell’incubo degli anni passati, nonostante siano di fatto aperte – afferma Gianluca Spampani, presidente di Confcommercio Pistoia e Prato. Il presidente del Consiglio Draghi ha parlato degli stanziamenti della legge di bilancio per il 2022 come prima risposta ai fabbisogni dei settori produttivi colpiti – a partire dalla filiera del turismo – senza però escludere la necessità del reperimento di ulteriori risorse. La verità è che non c’è tempo da perdere: servono immediatamente nuove misure da adottare, a partire dagli ammortizzatori sociali (la cassa Covid è terminata lo scorso 31 Dicembre). Solo in Toscana sono a rischio 30mila posti di lavoro poiché, senza aiuti, molti imprenditori non potranno che ricorrere ai licenziamenti e buttare via anni di formazione ed esperienza ma, soprattutto, parte della propria professionalità. Non solo. Sono urgenti interventi sul sostegno al credito, ma anche fiscali e contributi a fondo perduto parametrati alle perdite subite come conseguenze delle limitazioni alle attività di impresa imposte dal governo”.