Burocrazia Covid, i medici di famiglia presi d’assalto dalle telefonate: “Vorremmo tornare a curare le persone”
Il dottor Federico Nannicini: "Così si rischia di commettere errori e di trascurare le altre patologie che continuano ad esserci"
Oltre 200 telefonate al giorno e centinaia di messaggi a cui rispondere. I medici di famiglia sono da un paio di settimane alle prese con la tempesta innescata dalla quarta ondata Covid e da un sistema di tracciamenti e gestione della quarantene che, complici le migliaia di nuovi casi giornalieri, è scappato di mano alle Asl e alla Regione Toscana, la quale da oggi lancia il portale per il tracciamento fai da te on line.
Il 90% delle chiamate e dei dubbi delle persone riportati ai medici di famiglia è legato proprio alla gestione di contatti con positivi, richieste di tamponi e di informazioni su modalità e fine delle quarantene. Domande che spesso non riguardano aspetti clinici, ma semplici questioni amministrative, che dovrebbero trovare altri interlocutori.
“Il problema è che siamo spesso l’unica sponda per i pazienti che non sanno a chi rivolgersi o che non trovano risposte altrove” spiega il dottor Federico Nannicini, medico di famiglia pratese, anche lui destinatario di tante richieste di persone che non hanno ottenuto dall’ufficio igiene della Asl il certificato di fine quarantena, nonostante ne avessero diritto. “Noi per legge non possiamo togliere le persone dalla quarantena” spiega il medico di famiglia, che segnala: “Chi ha bisogno di lavorare, temendo di entrare nel girone ‘dantesco’ della quarantena, spesso finisce per non fare nemmeno il tampone antigenico o molecolare”.
Tra le criticità segnalate dai medici di famiglia c’è la difficoltà ad attivare rapidamente le Usca, le unità che si occupano di curare e monitorare i positivi al loro domicilio.
La mole di “chiamate Covid” che arrivano ai dottori di medicina generale ha come conseguenza indiretta un rischio che sta caratterizzando varie fasi della pandemia: la sottovalutazione di altre patologie.
Tra i medici di medicina generale è partita dalla zona fiorentina e sta arrivando anche a Prato l’iniziativa di affiggere all’esterno degli ambulatori una coccarda gialla con i messaggi “#lasciatisoli” e “#vorremmocurarti”.
I promotori spiegano così la campagna: “Siamo un gruppo di medici di medicina generale nato sul web per darsi supporto in questi ultimi due anni difficili che hanno reso la nostra attività lavorativa sempre meno al servizio della salute del cittadino e sempre più volta a colmare i vuoti organizzativi del sistema. La situazione è peggiorata fino al punto di minare seriamente la nostra capacità di assistere adeguatamente i pazienti malati. La nostra bandiera gialla grida: ‘aiutateci a farci fare il medico’ ‘aiutateci ad aiutarvi’. Nell’interesse dei nostri pazienti lanciamo un grido di aiuto per focalizzare l’attenzione dei politici sulla medicina del territorio. Alziamo Bandiera Gialla come le navi che escono dalla quarantena… Da lunedì attaccheremo alla porta dei nostri ambulatori una coccarda gialla con a fianco gli hashtag #LASCIATISOLI e #VORREMMOCURARTI, e lo diffonderemo sui social”.