È Stefano Collicelli Cagol il nuovo direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Il suo nome è stato individuato dal cda della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana – presieduta da Lorenzo Bini Smaghi – tra una rosa di candidati selezionati dalla commissione esaminatrice, composta da Bruno Corà, Sarah Cosulich, Guido Guerzoni e Lorenzo Sassoli de Bianchi.
Stefano Collicelli Cagol prenderà incarico dal 10 gennaio 2022 e guiderà per il prossimo triennio il Pecci.
Padovano, 43 anni, è storico delle esposizioni. Dal 2018 al 2020 è stato Curatore di Fondazione La Quadriennale di Roma. Lavorerà con l’obiettivo di presentare, collezionare, documentare e supportare le ricerche artistiche di arti visive e performative, cinema, musica, architettura, design, moda e letteratura. Prende il posto di Cristiana Perrella, alla quale il cda nello scorso ottobre ha revocato l’incarico con conseguenti strascichi polemici.
E proprio nel giorno in cui è arrivata la notizia della nomina del nuovo direttore i due consiglieri comunali della Lega Marco Curcio e Daniele Spada hanno preparato un focus su alcune spese del Pecci.
I due consiglieri si sono concentrati in particolare su due aspetti, a loro dire emblematici: “Ha fatto clamore il licenziamento in tronco, ossia senza preavviso della direttrice Perrella: bastava darle il giusto preavviso e avrebbe potuto lavorare ed essere retribuita. Col licenziamento in tronco, invece, la Fondazione ha dovuto pagarle comunque 40mila euro di stipendi da ottobre 2021 a marzo 2022 senza farla lavorare. A questo costo, va aggiunto quello del cacciatore di teste, la società inglese con sede a Londra, incaricata in fretta e furia tra luglio e agosto, di trovare una figura adatta a fare il nuovo direttore. Il tutto per altri 24mia euro” hanno commentato i due consiglieri