Per fermarlo sono stati messi in campo anche i reparti speciali. Il timore era che Marrucci non si sarebbe fatto acciuffare facilmente, anche perché armato. Per questo i militari – una volta individuato il nascondiglio – sono entrati in azione di notte, mentre Marrucci dormiva. Lo hanno trovato a letto, con la pistola (una calibro 9) sul comodino, col colpo in canna e pronta a sparare. Nel blitz sono state usate alcune ‘flashbang’, le granate stordenti non letali che sono in uso ai reparti speciali delle forze dell’ordine.
L’arma è poi risultata rubata a Livorno nel 2014. Insieme al ricercato c’era anche la moglie. Nell’appartamento erano inoltre presenti tre sorelle, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti per verificare un eventuale favoreggiamento.
A Marrucci è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. E’ accusato di omicidio aggravato, detenzione e porto di arma da fuoco ed evasione dai domiciliari.
E’ rinchiuso nel carcere della Dogaia.
I carabinieri sospettano che Marrucci – ormai braccato – stesse pianificando la fuga all’estero.
Gli inquirenti stanno ancora lavorando per ricostruire il movente dell’omicidio. Dodici ore dopo il delitto era stato fermato l’uomo che era con Marrucci, un imbianchino di 35 anni, indagato per omicidio volontario in concorso e che avrebbe svolto il ruolo di autista per l’agguato.
Ecco come gli inquirenti sono arrivati al presunto killer. Nel video le dichiarazioni di Giuseppe Nicolosi, Procuratore di Prato, e del comandante provinciale dei Carabinieri, Francesco Zamponi.