Il 75% dei contribuenti pratesi avrà dei benefici minimi o nulli dalla riforma fiscale contenuta nella legge di bilancio. A scattare questa fotografia è la Funzione Pubblica della Cgil che ha compiuto una simulazione degli effetti che la revisione degli scaglioni di reddito avrà sui cittadini del Comune di Prato. In particolare coloro che percepiscono un reddito annuo tra i 15mila e i 26mila euro (47.320 persone, il 32% del campione) otterranno un beneficio che mediamente non supererà i 177 euro annuali. Non solo, il segretario della Fp Cgil di Prato Sandro Malucchi fa notare che questi perderanno anche “il precedente bonus fiscale che si attestava a 1200 euro (ex bonus Renzi). Un saldo negativo pesantissimo che colpirà tutti i professionisti dei servizi alla persona quali gli infermieri di prima nomina, gli operatori socio-sanitari, gli educatori dei centri socio-sanitari, ovvero i pilastri su cui si è articolata la prima fila dell’opposizione al Covid”, afferma il sindacalista.
Secondo l’analisi della Fp Cgil i benefici ricadranno solo sul 25% della popolazione pratese: sulle 30.300 persone che percepiscono redditi tra 26mila e 55 euro (con un risparmio di 522 euro medi con picchi fino a 1000 euro per coloro che superano i 40mila euro di reddito) e sui benestanti e ricchi con redditi di oltre 55mila euro (circa 6500 persone). Per Malucchi la riforma “lascia al palo oltre 62mila cittadini il cui reddito non supera la soglia dei 15mila euro”, per questi il risparmio andrebbe dai 45 ai 230 euro annui.
Per questo la Cgil si appella alle forze politiche della città: “chiediamo loro di farsi portavoce, presso le sedi nazionali dei partiti di governo, di una situazione che indebolisce quasi 110mila persone in città che già da tempo si trova a fronteggiare tantissime situazioni di crisi e di difficoltà economica”.
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