23 Dicembre 2021

Non era il “Diavolo” ma è stato condannato a sei anni per violenza sessuale

L'imputato è stato riconosciuto colpevole del reato nei confronti di cinque giovani e assolto dalla accusa di riduzione in schiavitù


È stato condannato a sei anni di reclusione per il reato di violenza sessuale il 24enne di Montemurlo arrestato nel giugno 2020 con l’accusa di aver costretto alcuni coetanei, fra cui diversi minorenni, a subire atti sessuali, avendoli convinti di essere il diavolo.
Il giovane è stato anche condannato al risarcimento dei danni verso le vittime e al pagamento di provvisionale per un totale di 33mila euro.

L’udienza si è svolta questa mattina con il rito abbreviato al tribunale di Firenze alla presenza del giudice Sara Farini che ha accolto le richieste del pubblico ministero Eligio Paolini. Il 24enne è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale nei confronti di cinque giovani e assolto per lo stesso reato contestato dall’accusa verso sette ragazzi. Cade anche il reato di riduzione in schiavitù perché il fatto non sussiste. Con questa sentenza viene meno dunque l’accusa di aver dato vita a una setta attraverso la quale il giovane montemurlese avrebbe tenuto i presunti adepti in stato di soggezione mediante abuso di autorità facendo credere loro di essere il “diavolo” (un reato che da solo prevede pene edittali fino a 20 anni di reclusione). La richiesta del pm e poi la condanna a una pena di sei anni si spiegano con il riconoscimento delle attenuanti generiche (per incensuratezza) e dello sconto di un terzo derivante dal rito abbreviato.

L’imputato è assistito dagli avvocati Piernicola Badiani, Sigfrido Fenyes ed Edoardo Orlandi e dopo aver trascorso un anno agli arresti domiciliari, dallo scorso giugno, dopo essere tornato in libertà, aveva il divieto di avvicinamento alle persone offese.

Il processo nasce dall’inchiesta condotta dalla squadra mobile di Firenze secondo la quale il 24enne montemurlese avrebbe costretto un gruppi adolescenti di alcuni anni più giovani di lui a compiere e subire atti sessuali, con il fine dichiarato di rimuovere “blocchi mentali”, per evitare maledizioni.