Non si ferma la lotta contro il bracconaggio da parte della polizia provinciale di Prato, che ha messo a segno un ulteriore colpo contro la cattura abusiva di uccelli selvatici.
Nei giorni scorsi gli agenti della provinciale, nella zona sud del comune di Prato, hanno colto in flagranza di reato una persona mentre stava posizionando reti e trappole, ovvero mezzi di caccia illegali, destinati alla cattura dei volatili.
L’uomo aveva approfittato della presenza di un campo recintato di girasoli (pianta fonte di cibo per gli animali e quindi perfetta per attirarli) per nasconderci le trappole abusive. Accanto a queste aveva messo anche ciotole con acqua e semi di girasole con la funzione di richiamare gli uccelli che poi venivano intrappolati con delle reti azionate manualmente con un tirante in corda e filo di ferro.
“L’uomo aveva messo a punto una vera e propria strategia finalizzata alla caccia abusiva – ha commentato il comandante della polizia provinciale di Prato Michele Pellegrini – aveva studiato ogni dettaglio affinché gli uccelli finissero vittime della rete che lui azionava”.
L’operazione della provinciale ha portato al sequestro di due reti per uccelli e di una trappola in ferro a scatto destinata alla cattura di piccoli mammiferi.
Le perquisizioni successive in un terreno adiacente, sempre di proprietà dell’uomo, hanno anche permesso di trovare 53 uccelli vivi appartenenti a specie protette, illegalmente detenuti, probabilmente frutto di precedenti catture. Molti di questi esemplari (cardellini e verzellini) sono già stati liberati in quanto in buono stato di salute ed in grado di volare.
L’uomo, sprovvisto di licenza di caccia, è stato denunciato per i reati di uccellagione, caccia con mezzi vietati, detenzione di specie di uccelli protetti, furto aggravato ai danni dello Stato e reato continuato.