8 Novembre 2021

Il Cgfs tende la mano a Figc, società e scuole: modello europeo contro la violenza nello sport

Violenza nel calcio, il Centro Giovanile mette a disposizione formatori e guida metodologica per educare a una sana cultura sportiva


Il Centro Giovanile di Formazione Sportiva di Prato tende la mano alla Figc Toscana e a tutto il sistema sportivo regionale. Dopo gli episodi di violenza che hanno caratterizzato alcune partite del calcio giovanile regionale e nazionale, e la necessità raccontata da più parti di intervenire, il Centro Giovanile propone un modello di formazione capace di prevenire l’insorgere di certi fenomeni di violenza, educando giovani e adulti a una sana cultura dello sport.
Il metodo nasce dal progetto europeo Novis, ‘No violence in sport’, che ha coinvolto sette Paesi (Bulgaria, Grecia, Romania, Olanda, Polonia, Spagna e appunto Italia), col Cgfs nel ruolo di capofila. Proprio in queste settimane il Centro Giovanile pubblicherà una guida metodologica (in formato cartaceo) per società sportive e addetti ai lavori, ma intanto metodologie e didattiche di prevenzione (tradotte in sette lingue), video-lezioni e testimonianze di contrasto alla violenza possono essere scaricate on line dal sito www.novisport.eu, a disposizione di scuole e società sportive.

“Troppo spesso si interviene solo quando certi episodi accadono e invece bisognerebbe giocare d’anticipo, lavorando sulla prevenzione di certi atteggiamenti di violenza – spiega Salvatore Conte, direttore scientifico del Centro Studi del Cgfs -. E’ ormai chiaro a tutti che non è più possibile allenare solo le abilità tecniche, il tendere alla vittoria a tutti i costi, esasperare le prestazioni in termini di risultati e al contempo pretendere che i ragazzi rispettino regole, decaloghi e accettino punizioni. E’ urgente intervenire sulle diverse figure che interagiscono nel processo educativo di studenti e giovani atleti”.
Il progetto pilota è già stato sperimentato con risultati positivi in vari istituti scolastici e in società sportive di mezza Europa. Ora il Cgfs mette guida metodologica, strumenti appositivi e i formatori a disposizione di società, istituzioni pubbliche, associazioni, enti e federazioni per sviluppare una diffusione capillare di questa buona pratica. “Bisogna lavorare su cultura, competenze professionali, comportamenti, linguaggio e organizzazione delle lezioni da parte di insegnanti e istruttori – aggiunge Conte -. Bisogna ripensare il modello organizzativo con i dirigenti dei settori giovanile e sviluppare un pieno coinvolgimento delle famiglie, reso ancora più urgente dalla pandemia”.

Ricordiamo che il Cgfs, presieduto da Gabriele Grifasi, segue ogni anno circa 6.000 bambini per l’avviamento allo sport e fornisce educatori alla promozione dell’educazione fisica nelle scuole entrando in contatto con altri 5.000 studenti. Oltre a formare gli educatori con apposite metodologie sviluppate anche grazie al progetto Novis. “La guida si basa su diversi strumenti – spiega Francesca Vitali, psicologa dello sport dell’università di Verona, nonché membro del comitato scientifico del Centro Studi del Cgfs -. Il primo elemento è la formazione pensata sia per l’educazione fisica, quindi insegnanti, dirigenti, genitori e studenti, che per le associazioni sportive. Ci sono tre moduli da seguire per un totale di 36 ore di formazione: uno generale e due specialistici. Poi ci sono i video, gli strumenti multimediali e la carta dei valori dello sport da contrapporre agli atteggiamenti di violenza verbale, fisica, sessuale o psicologica”.

Il Cgfs farà conoscere il metodo a livello italiano anche grazie a una giornata seminariale da promuovere unitamente alla ‘Scuola dello Sport’ del Coni, con l’intento di sensibilizzare federazioni e società sportive. Un lavoro, ad esempio, già sperimentato in Toscana per il minibasket con la federazione italiana pallacanestro. “Fra gli strumenti c’è pure la redazione di un ‘diario’ nel quale studenti e atleti dovranno scrivere riflessioni sulle esperienze positive e negative vissute a scuola o durante la pratica sportiva, ma anche viste a livello nazionale sui media – aggiunge Vitali -. E poi i giochi cooperativi per diffondere il sostegno a vicenda e il gioco di squadra che possono predisporre a crescere e a essere meno violenti”.

La coordinatrice del progetto ‘Novis Toscana’ è Cristina Agostinelli, che segue da vicino tutti i progetti europei del Cgfs (fra cui quello contro la discriminazione di genere, contro l’abbandono sportivo in età giovanile, e quello della formazione educativa e sportiva per la promozione dell’inclusione e delle diversità). “E’ tempo di un rinnovamento culturale e tecnico per l’insegnamento sportivo – conclude Agostinelli -. Bisogna valorizzare gli apprendimenti nell’ambito delle competenze motorie e nelle abilità di vita, accompagnando gli allievi in un personale percorso di pratica, che preveda non solo una specializzazione tecnico-agonistica, ma soprattutto la maturazione di comportamenti sociali e sportivi capaci di apprendere e rispettare regole e assumere per sempre corretti stili di vita”.

Foto scattata in periodo pre-pandemia