Ci sono critici, attori, scrittori, accademici, galleristi e registi tra i firmatari della lunga lettera di solidarietà a Cristiana Perrella, l’ex direttrice del Centro Pecci il cui incarico è stato revocato lo scorso 8 ottobre dal Consiglio d’amministrazione presieduto da Lorenzo Bini Smaghi. Una fetta importante del mondo della cultura italiana ha deciso di schierarsi così, in modo pubblico, dalla parte di Perrella, che era alla guida del Centro dal 2018, criticando senza mezzi termini la scelta del cda.
Nel documento, sottoscritto da un’ottantina di personalità, figurano personaggi di rilievo come il critico Achille Bonito Oliva, l’architetto Stefano Boeri, gli scrittori Edoardo Nesi e Sandro Veronesi, lo storico dell’arte Tomaso Montanari e nomi del mondo dei media e del cinema come Valeria Solarino e Serena Dandini. Tutti esprimono “supporto, apprezzamento e condivisione” per l’idea di museo che è stata portata avanti in questi anni, e non nascondono lo “stupore e l’amarezza” per il modo in cui quell’esperienza si è conclusa. A febbraio del 2021 il contratto di Perrella era stato infatti rinnovato per un altro triennio, ma poi agli inizi di ottobre è arrivato il benservito. Secondo il cda esisteva un accordo verbale tra le parti per il quale Perrella avrebbe in realtà dovuto lasciare l’incarico a inizio 2022, dando le dimissioni il 1° ottobre con sei mesi di anticipo. Le dimissioni della direttrice, il 1° di ottobre, però non sono arrivate, così il cda della Fondazione si è mosso autonomamente. Il perché dell’addio – sempre secondo il cda – sarebbe da ricercare nella differenza di strategie.
La vicenda però non è andata giù a molti professionisti e intellettuali italiani che nella missiva riconoscono il valore aggiunto di Perrella, ritenuta capace di aver dato identità, forza e credibilità all’istituzione e di aver contribuito a rendere il Pecci “un’eccellenza nel panorama delle istituzioni italiane dedicate al contemporaneo”. Proprio domani il presidente Bini Smaghi verrà sentito in audizione in Commissione Controllo e Garanzia del Comune, presieduta da Leonardo Soldi, per fare chiarezza e ricostruire quanto accaduto.
“Oggi anche solo affermare di voler ‘tornare ai vecchi fasti’ suona inappropriato e fuori tempo – rimarcano dunque firmatari della lettera pubblica -. Piuttosto che guardare nostalgicamente indietro per cui ‘vi vuole un manager e non un curatore’ per dirigere un museo, occorre immaginare nuovi formati, nuove alleanze e una nuova capacità di rispondere in modo creativo – concludono – alle urgenze della nostra epoca”.
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