14 Ottobre 2021

Nove pratesi su dieci hanno ricevuto almeno una dose di vaccino

Il 78% degli over 12 nella provincia di Prato ha ricevuto due dosi: i dati diffusi all'inaugurazione della mostra su virus e vaccinazioni al Pegaso, che Giani in futuro vede come primo "ospedale di comunità" della Toscana


Come detto dalla direttrice dell’ospedale Santo Stefano Daniela Matarrese, il 91% dei pratesi dai 12 anni in su ha ricevuto la prima dose di vaccino (208mila cittadini), e il 78% ha completato il ciclo vaccinale con due dosi (quasi 179mila persone in numeri assoluti). Sono i dati forniti dall’Asl Toscana centro nell’anniversario dell’inizio dell’allestimento dell’ex Creaf quale struttura covid Pegaso e alla vigilia dell’entrata in vigore del green pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro. La nuova norma, peraltro, non ha fatto registrare impennate di prenotazioni al Pegaso o aumenti significativi di accessi al Pellegrinaio Novo, l’hub cittadino che fa open day vaccinali senza prenotazione (e sulla cui chiusura finora datata al 31 ottobre non ci sono certezze visto che oggi il governatore Giani ha detto: “Terremo aperti i centri vaccinali finché ce ne sarà bisogno”).
L’evento di inaugurazione al centro Pegaso della mostra itinerante su virus e vaccinazioni, ha dato la possibilità di tracciare un bilancio: dai posti letto del centro Pegaso, dal 16 dicembre 2020, sono passati 900 pazienti affetti da forme non gravi del virus: non ne è deceduto nessuno e anche la percentuale di complicazione del quadro clinico con conseguente trasferimento del degente al Santo Stefano si attesta al 2%. Al momento nel padiglione ancora dedicato ai ricoveri (nell’altro si svolge l’attività di immunizzazione) ci sono 5 pazienti; altri 80 si recano al Pegaso in day hospital per essere trattati con la terapia degli anticorpi monoclonali, che se somministrata entro i primi 5 giorni dalla comparsa dei sintomi ha dimostrato la sua efficacia. Per il Pegaso il presidente della regione Eugenio Giani, intervenuto all’inaugurazione, intravede un futuro come centro di riferimento pratese e fiorentino per l’uso dei monoclonali e soprattutto come “ospedale di comunità”: “E’ una struttura per le cure intermedie per quelle patologie che richiedono una maggiore permanenza in ospedale anche se non fortemente condizionata dall’assistenza – spiega Giani -. Nel momento in cui verrà meno la funzione per il coronavirus, il Pegaso di Prato potrebbe diventare il primo ospedale di comunità toscano, secondo una possibilità prevista dal decreto Cura Salute”.