7 Ottobre 2021

Lungobisenzio, la tribuna coperta provvisoria diventa un caso. E la riapertura rischia di slittare: “Prima partita casalinga il 14 novembre”

Il Prato chiede al Comune di velocizzare i tempi per completare i lavori in via Firenze. E propone una deroga per realizzare fin da subito il sussidiario in sintetico


La riapertura del Lungobisenzio rischia di diventare un caso. Perché se da un lato il Comune conferma di essere pronto entro metà mese a ultimare tutti i lavori di riqualificazione, fatta eccezione per quelli sulla tribuna centrale, dall’altro c’è il Prato Calcio che spinge per avere fin da subito una tribuna provvisoria, dove collocare calciatori non convocati, dirigenti e stampa. Da parte del Comune c’è la disponibilità a noleggiare temporaneamente la struttura, ma il balletto dei numeri sulla capienza non aiuta alla risoluzione del problema. Il Comune ha infatti i preventivi per una tribuna da 50 posti, il Prato la vorrebbe da 150 (che si dimezzerebbero con la questione delle limitazioni covid). Le parti si incontreranno la prossima settimana per mettere un punto definitivo sulla vicenda, ma intanto oggi non si è riunita la commissione di vigilanza che avrebbe dovuto rilasciare il via libera alla riapertura dello stadio. E sembra che il Prato non ne richiederà la convocazione prima di fine mese, quando spera di avere il progetto completo anche di tribuna provvisoria. Una situazione che significa dire addio all’ipotesi di riaprire il Lungobisenzio per il 17 ottobre, come inizialmente prospettato dal Comune, e rinviare tutto al 14 novembre.

Il Prato spinge intanto per potere entrare in possesso dello stadio entro fine mese. E vorrebbe pure una deroga per iniziare già i lavori per realizzare il manto in sintetico da 350mila euro sul campo sussidiario. Secondo il Comune l’intera cifra deve essere sborsata dai biancazzurri, mentre il Prato spera di potere ricevere in futuro un sostegno economico. Sui lavori alla tribuna centrale, infine, la dirigenza laniera chiede tempi celeri. “E’ stato fatto finora un lavoro straordinario – dice il presidente Stefano Commini -, adesso non ci fermiamo proprio all’ultimo miglio”.