11 Ottobre 2021

Col metal detector a caccia del meteorite caduto

In 50 hanno preso parte alle ricerche che riprenderanno il prossimo fine


Senza esito finora le ricerche della meteorite caduta la notte dell’1 ottobre al confine della provincia di Pistoia con quella di Prato. Tra sabato e ieri impegnate circa 50 persone sul terreno mentre sono state una quindicina le segnalazioni, compresa una arrivata dalla Basilicata, di possibili campioni di meteoriti, rivelatesi però non proficue. La ‘caccia al tesoro’ si ripeterà anche il prossimo fine settimana, pure con l’impiego di metal detector.

Sono state otto telecamere della rete di sorveglianza Prisma, in Toscana e nel centro Italia, a registrare la caduta della meteorite. L’area interessata, molto probabilmente una fascia di circa 10 chilometri in lunghezza e uno in larghezza, sarebbe compresa tra le località di Lucciano e La Ferruccia, nel Pistoiese, come spiegato dal direttore della Fondazione Parsec di cui fa parte il Museo di scienze planetarie di Prato, Marco Morelli. La meteorite in questione è una roccia di pochi centimetri di diametro, peso fra i 30 e i 100 grammi, di colore nero intenso. Chi la trovasse o pensasse di averne trovata una, è stato ribadito, non deve toccarla a mani nude, ma fotografarla e chiamare il Museo di Scienze planetarie al numero 335 8486580 o inviare una mail a info@museoscienzeplanetarie.eu oppure a prisma_po@inaf.it.

I volontari che si sono dati appuntamento per partecipare alle ricerche della meteorite sono stati accompagnarli da Morelli e da Giovanni Pratesi, del dipartimento di scienze della terra dell’Università di Firenze, insieme al ricercatore Tiberio Cuppone.  Sabato e domenica prossimi si ricomincerà, sempre con l’aiuto dei gruppi astrofili di Montelupo, Prato e San Marcello e anche con l’apporto dell’associazione nazionale Sos metal detector: il direttore Luciano Diletti si è offerto di mandare una squadra di volontari della Toscana.

“Non è detto che la meteorite che cerchiamo sia ferrosa, alcune non contengono affatto metalli – spiegano Morelli e Pratesi – ma come è sempre stato ribadito l’aiuto di tutti è prezioso. I volontari riprenderanno le ricerche battendo palmo a palmo le frazioni La Ferruccia, Sant’Antonio, Vignole, Olmi, Valenzatico, Case Ferretti fino a Lucciano, ma ognuno può controllare intorno casa”.

Tra le segnalazioni e foto di ‘ritrovamenti qualcuno ha chiamato da Pistoia, altri da Figline di Prato, una telefonata pure dalla Basilicata ma “purtroppo nessuno dei campioni è una meteorite – commenta Daniela Faggi, geologa conservatrice del Museo di Scienze planetarie, che vanta la collezione più importante d’Italia composta da 1.600 pezzi – per lo più si tratta di frammenti di serpentinite del Monteferrato, una roccia verde molto scuro che può trarre in inganno”.