22 Settembre 2021

Sit in di comitati e movimenti a tutela dell’ambiente: “Il Comune rispetti gli impegni presi”

Stamani la protesta in piazza del Comune e la discussione in commissione Ambiente della petizione popolare con oltre 300 firme


L’osservatorio ambientale di Prato chiede risposte al Comune. Lo fa sulla base della dichiarazione di emergenza climatica che la stessa amministrazione comunale ha firmato nel 2019, chiedendo impegni precisi alla giunta Biffoni per ridurre inquinamento, consumo di suolo e per favorire politiche green. L’osservatorio, in cui si riuniscono comitati, associazioni e movimenti ambientalisti, ha presentato in Comune una petizione con oltre trecento firme, che è stata discussa questa mattina. E in contemporanea ha tenuto pure un sit in in piazza del Comune.
“Sono passati esattamente due anni dalla presa di posizione da parte dell’amministrazione pratese e ci chiediamo se il comune di Prato abbia davvero raggiunto l’obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di Co2 – si domandano dall’osservatorio -. L’impressione è che, provvedimenti come la dichiarazione di emergenza climatica o programmi come il recente ‘Next Generation Prato’ trovino scarso riscontro nei progetti di finanziarizzazione dei beni comuni, come l’acqua e la gestione dei rifiuti, cosi come nella massiccia cementificazione del territorio e nei progetti di opere ed impianti impattanti. A smentire nei fatti gli auspici ‘green’ dichiarati dalla siunta comunale, si notano: la mancata realizzazione della pista ciclabile in via Roma, la riduzione di veicoli inquinanti nella Ztl e la sostituzione del parco macchine delle partecipate con mezzi elettrici, così come l’insignificante ripiantumazione a fronte di disastri ambientali – come la bufera del 2015 – e degli abbattimenti scriteriati per fare parcheggi, come in viale Montegrappa”.
Le critiche sono state mosse anche sul fronte del servizio idrico, sul quale l’osservatorio ambientale torna a ribadire la necessità di ripubblicizzarlo, abbandonando ogni strada di quotazione in Borsa o di multiutility dei servizi. “La creazione di una ‘Multiutility Toscana’, accorpando servizi essenziali con l’obiettivo della quotazione in Borsa, sembra sortire solo l’effetto di aumentare i profitti su diritti vitali come l’accesso all’acqua, evidenti con la gestione disastrosa del servizio idrico, fra i più cari in Italia, in spregio al referendum del 2011. A questo si aggiunge il progetto di nuovi impianti per la gestione dei fanghi di depurazione utilizzando un nuovo inceneritore a Baciacavallo, le indiscriminate installazioni di antenne radio base a saturazione dello spazio elettromagnetico ed investimenti nel traffico su gomma, che aumentano l’impatto su ambiente, salute pubblica e sul consumo energetico”.