Ex parroco della Castellina ai domiciliari per spaccio di droga
Il sacerdote avrebbe utilizzato i soldi della parrocchia per acquistare le sostanze stupefacenti
Don Francesco Spagnesi, 40 anni, fino a poco tempo alla guida della parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina, si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di importazione e cessione di sostanze stupefacenti. La notizia è emersa nel corso di una conferenza stampa convocata nella tarda mattinata di stamani presso la Procura della Repubblica. Le indagini sono partite in seguito all’arresto, nell’agosto scorso, di un pratese – Alessio Regina, 39 anni, oggi agli arresti domiciliari – trovato in possesso di un litro di Gbl, la cosiddetta “droga dello stupro”. Nel corso delle successive indagini, gli investigatori della squadra mobile della Questura di Prato hanno appurato il coinvolgimento in concorso del sacerdote, posto stamani agli arresti domiciliari dal gip Francesca Scarlatti, che ha accolto la richiesta di misura cautelare presentata dalla procura.
Secondo l’accusa, la Gbl ordinata su Internet e importata dall’Olanda – ma anche cocaina acquisita tramite fornitori locali – venivano cedute a favore di persone che frequentavano una casa nella disponibilità di Regina, a Figline di Prato, dove sarebbero state organizzate serate a base di droga e rapporti sessuali. Gli inquirenti sarebbero risaliti a circa 200 contatti, tra cui anche alcuni professionisti. Al momento una quindicina di persone, maggiorenni, hanno ammesso di aver preso parte ai festini. Alle serate, secondo l’accusa, partecipavano don Spagnesi e Regina, assieme ad un altro invitato per volta, che veniva contattato tramite siti di incontri. Si tratta di persone adulte, consenzienti ed estranee alla vita della parrocchia.
Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile, il denaro per l’acquisto della droga sarebbe stato assicurato dal sacerdote attingendo alle disponibilità finanziarie della parrocchia, comprese le offerte dei fedeli, per somme ancora da quantificare, stimate dalla Procura nell’ordine di alcune decine di migliaia di euro.
Lo scorso 1° settembre don Francesco aveva lasciato la guida della parrocchia e la cura pastorale dell’Arciconfraternita della Misericordia di Prato. Il sacerdote aveva chiesto e ottenuto dal vescovo Giovanni Nerbini di poter vivere un anno sabbatico per motivi di salute. Monsignor Nerbini è profondamente addolorato per la notizia ed esprime piena fiducia nell’operato della magistratura (leggi l’articolo). Nella scorsa primavera, dopo che erano emerse alcune anomalie nei conti della parrocchia, a don Spagnesi era stato tolto il potere di firma, per poter verificare quello che stava accadendo.