13 Settembre 2021

Assegnavano turni di 12 ore al giorno e paghe di 2 euro l’ora: tre confezionisti agli arresti domiciliari

Le indagini sono partite dalla denuncia di un richiedente asilo che si è rivolto allo sportello anti-sfruttamento del Comune di Prato

Disposto il sequestro dei beni per 60.000 euro

Altra operazione contro lo sfruttamento del lavoro da parte della Procura di Prato, che ha contestato il reato di “caporalato” – così come riformato dall’articolo 603 bis del codice penale – a tre cittadini cinesi, gestori di fatto della confezione Venus Ark di via Toscana. Per i tre indagati – una coppia di coniugi ed un’altra donna – sono scattati gli arresti domiciliari e il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di 60.000 euro, oltre al sequestro di un autocarro e di tutti i macchinari dell’impresa.
A far scattare l’indagine, nell’ottobre 2020, è stato un richiedente asilo nigeriano, ospite di un centro di accoglienza pratese, il quale era stato assunto a nero – e poi contrattualizzato part-time a 4 ore al giorno – mentre nei fatti era costretto a turni massacranti per paghe da fame.


Le indagini di guardia di finanza e polizia municipale, durate otto mesi, hanno accertato che almeno altri otto operai (4 richiedenti asilo africani e 4 cittadini cinesi) erano costretti a lavorare nelle stesse condizioni: turni di almeno 12 ore al giorno, senza riposi settimanali, a fronte di salari da 2 euro l’ora. I confezionisti approfittavano dello stato di bisogno degli immigrati, alcuni dei quali, in particolare gli operai cinesi, hanno preferito non accusare i propri sfruttatori, per paura di perdere quel poco che erano riusciti ad ottenere in Italia.
Gli accertamenti patrimoniali a carico dei tre indagati hanno appurato come negli ultimi 5 anni avessero di fatto gestito la confezione, attraverso due ragioni sociali diverse e tramite prestanome, mantenendo gli stessi locali, il personale e i macchinari.


Macchinari, che come riscontrato dagli inquirenti, erano utilizzati senza i dovuti dispositivi di protezione individuale.
Alle indagini di guardia di finanza e polizia municipale hanno collaborato anche Asl, Inps e Ispettorato territoriale del lavoro di Prato.

Nel video sotto, la riflessione del procuratore Giuseppe Nicolosi, che dice: “A Prato c’è un sistema. Difficile contrastarlo con la sola via giudiziaria”.