Appello alla mobilitazione per salvare i boschi della Vallata, i comuni e l’associazione Bosco dei Bardi si rivolgono ai proprietari: “Non c’è più tempo da perdere”


Non c’è più tempo da perdere per salvare i boschi della Val di Bisenzio, un patrimonio immenso e prezioso che ad oggi è per l’80 per cento abbandonato. A lanciare la mobilitazione il sindaco di Vernio Giovanni Morganti e il promotore dell’associazione Bosco dei Bardi, l’agronomo Luca Bartoli, che stamani hanno fatto un sopralluogo a Cavarzano, in località Bugneto proprio dove grazie alla collaborazione tra la Pro loco e un gruppo di privati un ampio spazio boschivo è stato ripulito e sistemato. L’associazione, che si costituirà ufficialmente a settembre, ha già raccolto il patrocino dell’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio e del Comune di Cantagallo mentre quello di Vernio è socio fondatore.

È un vero e proprio appello quello lanciato da Morganti e Bartoli a tutti i proprietari di appezzamenti boschivi, anche piccoli, della Vallata perché entrino a far parte dell’associazione no profit Bosco dei Bardi, nata per mettere in salvo i boschi abbandonati curandone la manutenzione e tutelare l’ambiente.

Fino all’Ottocento i Conti Bardi sono stati proprietari di uno storico patrimonio boschivo utilizzato, oltre che per gli usi quotidiani, anche per la realizzazione di infrastrutture per gli edifici e navi (il legname veniva portato a Valle via Bisenzio). “Il patrimonio forestale dell’Alta Valle è un bene prezioso che va tutelato, tutti insieme possiamo fare molto ed è venuto il momento che ciascuno si attivi per la manutenzione del terreno boschivo di cui è proprietario – afferma il sindaco Morganti – l’unione fa la forza e l’iniziativa dell’associazione consentirà di raggruppare i terreni abbandonati per promuovere una gestione attiva e un uso economicamente sostenibile e produttivo”.

Sono già 80 gli ettari boschivi conferiti all’associazione in tutta la Vallata: il raggruppamento dei terreni consente una gestione forestale più razionale e anche economicamente più sostenibile. In più l’associazione, con il coinvolgimento dei Comuni, potrà prendersi cura dei cosiddetti terreni silenti, quelli di cui non si conoscono neppure i proprietari (almeno il 35% del totale).

“Possono aderire coloro che hanno a disposizione terreni non coltivati, frammentati o anche difficilmente raggiungibili di cui vogliono recuperare l’utilizzo – spiega Bartoli – Verrà redatto un piano pluriennale di gestione che fisserà gli obiettivi di recupero e manutenzione e permetterà di candidare i progetti ai finanziamenti dell’Unione Europea. L’associazione che è no profit, quindi senza scopo di lucro, attraverso i soci e i volontari, che hanno un ruolo di primo piano nel progetto, si occuperà della manutenzione dei terreni e li gestirà nel modo più efficiente e sostenibile, anche attraverso possibili accordi con le aziende locali”.
Ai soci è richiesto un solo contributo annuale di 30 euro. Per informazioni e adesioni si può contattare direttamente Luca Bartoli (cell. 340 5441528) oppure inviare una mail a boscodeibardi@gmail.com