Le presenze si sono più che dimezzate, il turismo straniero – come da previsioni – è crollato. La stima parla di 5,8 miliardi di euro andati in fumo, mentre i contratti di lavoro nel settore sono stati 100mila in meno. Il 2020 è stato un anno nero per il turismo in Toscana, non più drammatico del resto d’Italia, se può consolare. E’ la fotografia scattata dal report dell’Irpet che ha “misurato” l’impatto del Covid sul turismo toscano.
Scendendo nel dettaglio, le presenze di turisti sono diminuite del 54,3%: a subire il calo maggiore è stata Firenze e tutta l’area fiorentina con oltre l’80% in meno di presenze. Prato e la Val di Bisenzio fanno segnare un -61,4%. Naturalmente a incidere di più è stato il crollo dei turisti stranieri (-76,5% a livello regionale), mentre le presenze degli italiani sono diminuite del 28,7%. Pesa soprattutto l’assenza di turisti dal Nord America che sono quasi scomparsi. Nel caso specifico di Prato e della Val di Bisenzio si registra un -90,7%, contro il -94,5% regionale. Male anche i turisti extra europei provenienti dagli altri continenti, in particolare dall’Asia (-81,7% nel pratese, rispetto all’86,4% regionale).
Gli esperti non prevedono un ritorno ai livelli pre-pandemia prima del 2023 o 2024. Il rapporto dell’Irpet, tuttavia, dà conto soltanto delle strutture ricettive ufficiali: se si potessero quantificare anche i flussi degli affitti di case indipendenti e del comparto extralberghiero (come Airbnb), le perdite sarebbero inferiori.