L’ipotesi avanzata dai carabinieri è stata confermata: è del 34enne cinese Yan Zongwei, scomparso alla fine di aprile, il cadavere ritrovato il 10 giugno scorso dai militari nel rudere dell’ex Cicognini a Le Sacca. Lo ha rivelato l’esame del dna. Secondo le ricostruzioni l’uomo sarebbe stato sequestrato, ucciso e abbandonato forse per un regolamento di conti legato a questioni di denaro. In carcere è finito un connazionale di 30 anni che continua a dichiararsi innocente. L’auto in uso al 30enne – hanno appurato le indagini – ha infatti sostato proprio all’ex Cicognini il giorno della scomparsa, per poi allontanarsi da Prato e farvi ritorno in tarda serata. Il mezzo è stato poi abbandonato in via Lodi: le chiavi della vettura sono state rinvenute durante la perquisizione svolta nei confronti dell’arrestato.
L’inchiesta – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze – ha provato a ricostruire la dinamica dell’omicidio. Quel giorno, dopo aver accompagnato la propria fidanzata sul luogo di lavoro a Prato, il 34enne si è incontrato con l’arrestato, probabilmente perché attirato in una trappola. Poco dopo la vittima si è messa in contatto con parenti e conoscenti formulando richieste di denaro: somme ingenti, sembra attorno ai 100mila euro, che i sequestratori pretendevano dalla vittima, dedita al trasferimento di valuta all’estero attraverso canali paralleli. Da quel momento del giovane si sono perse le tracce fino al ritrovamento del suo corpo senza vita, in avanzato stato di decomposizione, a Le Sacca.